La crescita dell’e-Commerce nel 2014 è più sostenuta rispetto a quella, deludente, dell’anno prima, ma l’Italia resta indietro sull’Europa: sono i risultati del rapporto “e-Commerce in Italia 2015″ di Casaleggio Associati. Il fatturato 2014 è stato pari a 24,2 miliardi di euro, +8% sul 2013, con un trend quindi positivo, pur in un contesto di economia generale stagnante. Tuttavia l’e-Commerce in Europa viaggia ad un’altra velocità, l’Italia vale circa un decimo del mercato britannico, ma ha una crescita percentuale simile, il che vuol dire che in termini assoluti rimane sempre più staccata.
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Insieme alla Gran Bretagna, sono Germania e Francia i Paesi i cui sono maggiormente operativi i circa 700mila negozi di e-Commerce europei, che ora utilizzano economie di scala per espandersi in altri mercati, fra cui quello italiano. Che è appetibile, visto che ci sono 40 milioni di persone che hanno accesso a internet (3% sul 2013), di cui 27,8 milioni anche da smartphone e 10,2 milioni da tablet (la crescita del Mobile è al 20,4%). Meno brillanti, invece, i dati sulla diffusione, considerando che siamo 17esimi nel mondo per persone con accesso alla rete ma 66esimi per penetrazione.
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Luci e ombre per quanto riguarda la banda larga, che è al 95% in xDSL e non fibra ottica (contro il 72% di media europea), limitando quindi la possibilità di accedere a contenuti e servizi già realtà all’estero (ad esempio il mercato del film on demand). Comunque, le connessione con banda larga sono cresciute al 62,7%, dal 59,7% dell’anno precedente. Gli italiani che hanno acquistato online per uso privato sono il 34,1%. Il settore che registra la maggior crescita è quello dei centri commerciali (come Amazon o eBay), +50% in termini di fatturato, seguito dalla moda, +30%. In crisi l’elettronica di consumo, -4%. In termini di fetta di mercato, continua a dominare il tempo libero (49%), grazie soprattutto a gochi online, seguito da turismo (30%), assicurazioni, 7%. I trend emergenti:
- ulteriore crescita dei marketplace;
- predictive selling: analisi dei big data per personalizzare messaggi e prodotti da proporre ai clienti;
- vendita all’estero: i mercati esteri diventano più facilmente accessibili alle PMI, anche grazie ai marketplace;
- subscrition per beni commodity: domanda di abbonamenti in crescita in particolari per beni ad acqisto ripetuto, come alimentari e cosmetici;
- logistica come asset strategico: nuovi modelli di consegna e ritiro, gestione ultimo miglio;
- accesso ai contenuti digitali.
Le previsioni 2015 vendono in crescita soprattutto i marketplace, +40%, seguiti da moda, +30%, turismo, +20%, casa e arredamento, +20%. Alimentare ed editoria sono visti in progresso del 16%, le assicurazioni del 14%, salute e bellezza del 12%, tempo libero del 5%, mentre l’elettronica di consumo scende del 5%. Il settore rappresenta un’opportunità per le PMI anche in vista degli obiettivi europei al 2020 di portare almeno un terzo delle piccole e medie imprese UE sull’e-Commerce. (Fonte: e-Commerce in Italia 2015, Casaleggio Associati).