L’approccio che un Business Incubator dovrebbe adottare per contribuire allo sviluppo accelerato delle startup può essere suddiviso in cinque aree:
- sviluppo dell’impresa,
- creazione di un business consulting network,
- creazione di sinergie imprenditoriali,
- fornitura di spazi di lavoro economici,
- servizi comuni.
Strategie
Per comprendere il posizionamento di un incubatore dividiamo lo spazio cartesiano in quattro quadranti secondo quattro direzioni: real estate, business development, reactive e pro-active.
Molti incubatori si concentrano sulla gestione degli spazi comuni (real-estate strategy), mettendo in secondo piano il supporto allo sviluppo accelerato di un’idea di business.
Uno spazio di coworking si posiziona nel riquadro in basso a sinistra, a significare come tali strutture siano focalizzate soprattutto sul rendere disponibili spazi di lavoro il più possibile gradevoli e adatti ai propri utenti. Queste iniziative, in genere, non offrono servizi a valore aggiunto, oltre ad esempio la connettività Internet e la segreteria centralizzata. Sono strutture reattive alle richieste degli utenti ma mai proattive nei loro confronti.
Perché un incubatore/acceleratore possa posizionarsi nel “quadrante magico” in alto a destra è necessario che appronti un pacchetto di servizi tali da aiutare (accelerare) lo sviluppo del business della startup in modo proattivo, sollecitando gli imprenditori nel perseguimento dei loro obiettivi.
Modelli di riferimento
Oggi esistono spazi di coworking affascinanti e altrettanto pregevoli incubatori, che si ispirano ai modelli architettonici della grandi (e ricche) corporation americane dove si investe sulle aree d’incontro e ludiche. Bene, anzi, ottimo avendo tante risorse economiche a disposizione. Ma questo non è certo il caso degli incubatori italiani che dovrebbero invece ispirarsi a quello che oggi è chiamato il “Birthplace of Silicon Valley” ovvero il vecchio garage in legno in cui Hewlett & Packard misero le fondamenta del loro impero industriale: un paio di banchi da lavoro, sgabelli senza schienale, un trapano a colonna, gli attrezzi per lavorare, niente di più.
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È vero stiamo parlando del 1938 e da allora, per fortuna, molte cose sono cambiate, ma lo spirito invece dovrebbe essere lo stesso e un incubatore deve ricordarlo ogni giorno ai suoi ospiti che alloggiano comodi, ma non troppo, avendo in testa di uscirne al più presto per potersi costruire uno spazio a immagine e somiglianza della propria impresa.
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Per questo in Speed MI Up investiamo su tutoring, networking e creazione di sinergie, privilegiando gli spazi di collaborazione virtuale e offrendo un’ampia gamma di servizi ad alto valore aggiunto, al costo di uno spazio di coworking.
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Articolo di Fausto Pasotti, Direttore Generale Speed MI Up.