Lavorare con piacere: strategie di performance felici

di Anna Fabi

Pubblicato 20 Giugno 2014
Aggiornato 22 Settembre 2014 05:57

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Felicità produttiva: consigli pratici per lavorare bene migliorando il contesto quotidiano e favorendo il benessere delle persone.

Capita spesso di incontrare persone poco soddisfatte del loro lavoro: professionisti competenti che non riescono a dare un senso agli sforzi quotidiani, impiegati che decidono di mettersi una maschera per affrontare un contesto di lavoro vissuto come ostile e competitivo, manager di successo che vorrebbero migliorare la qualità delle relazioni con colleghi e collaboratori per stare meglio al lavoro. Felicità e lavoro vengono considerati un ossimoro: si deve lavorare per guadagnare, resistere per raggiungere gli obiettivi, va bene le soddisfazioni ma la vita vera è un’altra.

Eppure passiamo ore e ore in ufficio o presi da pensieri che attengono alla sfera lavorativa. Ma allora, cosa fa star bene sul lavoro?

  • Relazioni positive: cooperazione con i colleghi, identificazione nel gruppo di lavoro e nell’azienda, sicurezza e accettazione, stima, scambio di riconoscimenti e feedback positivi;
  • Apprendimento: imparare cose nuove e sperimentare cambiamenti nel lavoro durante tutto l’arco della vita lavorativa (curiosità e conoscenza sono stimoli importanti per stare bene sul lavoro);
  • Autorealizzazione: dare un’impronta personale, metterci del proprio, esercitare creatività e avere spazi di autonomia (pensare di non fare la differenza difficilmente rende soddisfatti);
  • Integrazione le diverse dimensioni della propria vita, mettere nel lavoro le proprie peculiarità e interessi in modo autentico (spazio e tempo di lavoro fanno parte della vita e sono connessi alla qualità delle altre sfere personali).

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Partendo da qui si può iniziare a riflettere sulla propria situazione, sul senso di appartenenza (professionale, progettuale, aziendale), sulla capacità di esprimere attivamente le proprie competenze, sull’energia che genera la propria vita lavorativa. Come vi sentite?

La strada per il cambiamento

A livello individuale si può iniziare a lavorare su alcune dimensioni, ecco qualche consiglio.

Coltivate le relazioni che vi fanno star bene e non solo quelle utili per la professione e gestite positivamente i collaboratori: lo stress non produce performance, i riconoscimenti e l’incoraggiamento sì. Concedetevi pause e momenti di riflessione staccati dal “fare” (letture, film, musica, natura): la creatività ha bisogno di tempo vuoto e stimoli diversi. Definite il vostro progetto professionale: è lo stesso di 10 anni fa? Quali cambiamenti sono intervenuti nella vostra vita e come potete ridefinire i vostri obiettivi? Pensate infine ai momenti lavorativi in cui, indipendentemente dai risultati, vi siete sentiti pieni di energia e in armonia con voi stessi e con l’ambiente: cos’era successo e quali condizioni si erano verificate? Potete ricostruire oggi quelle condizioni? Non è mai troppo tardi per iniziare a lavorare sul proprio benessere!

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Se il ruolo di direttore della felicità istituito qualche tempo fa in un’azienda di telecomunicazioni può sembrare eccessivo, a livello organizzativo è importante sapere “come stanno” i lavoratori, per capire se la loro performance è sostenibile nel tempo o minata da insoddisfazioni e voglia di andar via. Sarà perciò utile indagare – attraverso focus group e seminari – le culture organizzative che favoriscono il benessere delle persone. Si possono prevedere percorsi di coaching e counseling individuali e di gruppo, laboratori di scambio e confronto tra capi e collaboratori o tra clienti e fornitori per lavorare su ambiti critici o cruciali.

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Benessere individuale e organizzativo sono legati a doppio filo: si influenzano e rafforzano a vicenda e vanno di pari passo con il successo competitivo, reddituale e con la sostenibilità aziendale. E visto che per restare sui mercati e uscire dalla crisi servono creatività, innovazione ed energia, investire nell’umanesimo del management può essere una buona strada per sviluppare queste capacità.

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*Maria Vittoria Colucci, Consulente organizzativa, counselor e coach (co-fondatrice di Matrioska Group).