Sono oltre 200mila le PMI attive in Italia, un esercito di piccole e medie imprese che producono un giro di affari di 1.400 miliardi di euro contribuendo a generare circa la metà dell’export nazionale, realizzando un terzo del proprio fatturato oltreconfine.
Protagoniste della 50esima edizione del Forum di Cernobbio grazie a SACE, le PMI svolgono un ruolo strategico per il tessuto economico italiano e per far conoscere il Made in Italy. Grazie alla partnership con TEHA, infatti, SACE ha portato le PMI a Villa d’Este con un hub interamente dedicato a loro.
L’evento di Cernobbio, tenutosi dal 6 all’8 settembre, ha rappresentato la cornice ideale per la presentazione dei risultati della ricerca “Obiettivo SPARKLING: PMI e filiere italiane a prova di futuro”, realizzata dall’Ufficio Studi di SACE in collaborazione con TEHA e volta ad analizzare le trasformazioni che spingeranno la competitività del Made in Italy nel mondo, facendo leva su innovazione 4.0, sostenibilità ed export.
Export italiano: il ruolo chiave delle PMI
Dal report promosso da SACE e TEHA si evince che una PMI italiana su 3 (pari al 37%) sta investendo in innovazione e formazione, strategia destinata ad accrescere del 15% l’export capability di ciascuna impresa.
“SACE partecipa al Forum di Cernobbio insieme alle PMI italiane, offrendo loro la possibilità di seguire virtualmente la tre giorni di lavori, incontri e dibattiti, e soprattutto portando all’attenzione di questo autorevole contesto l’importanza e le prospettive per le piccole e medie imprese italiane, alle prese con le sfide e le opportunità della transizione sostenibile e digitale”, ha dichiarato Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE. “Noi di SACE, in linea con la missione e gli obiettivi del nostro Piano Industriale INSIEME 2025, siamo già al fianco di 51 mila PMI italiane nei loro progetti di investimento e crescita sostenibile in Italia e nel mondo e contiamo di raggiungerne 65 mila nell’arco di Piano. Abbiamo superato gli 80 miliardi di euro di progetti sostenuti al fianco di PMI e filiere italiane, generando un impatto di 220 miliardi di euro sul sistema produttivo e supportando 1 milione e 300 mila posti di lavoro. Lo Studio che portiamo oggi al Forum di Cernobbio parte da questa esperienza per aumentare le opportunità di crescita per il tessuto economico nazionale.”
Export in crescita trainato dalle medie imprese
Secondo le stime di SACE, inoltre, le esportazioni promosse dalle PMI italiane (e dalle medie imprese in particolare) cresceranno dell’1,4% circa nel 2024 e del 3,5% nel 2025, raggiungendo i 260 miliardi di euro.
A guidare l’incremento delle vendite per l’anno in corso è l’Oriente (Medio Oriente e Asia Orientale con rispettivamente +6,1% e +2,3%), seguito dall’America settentrionale (+3,8%). L’Unione Europea si conferma la principale area di destinazione, sebbene per il 2025 si attenda un maggiore dinamismo da parte dell’Africa subsahariana (+10,1%).
“Le oltre 200 mila piccole e medie imprese giocano un ruolo fondamentale nell’economia italiana, producendo un giro di affari di oltre 1.400 miliardi di euro, che genera quasi il 40% del valore aggiunto nazionale” – ha dichiarato il Chief Economist di SACE, Alessandro Terzulli. “Secondo le nostre stime le esportazioni delle PMI italiane cresceranno dell’1,5% circa nel 2024 e del 3,5% nel 2025, raggiungendo i 260 miliardi di euro grazie in particolare al traino delle medie imprese. Una export capability che può crescere, puntando su due leve strategiche: la trasformazione tecnologica, anche in chiave sostenibile, e l’integrazione in più filiere produttive.”
Il ruolo cruciale delle filiere per la crescita
Elemento chiave per la competitività delle PMI è certamente l’integrazione nelle filiere, che grazie all’interconnessione dei processi produttivi rappresenta una potente leva di sviluppo sebbene ancora inespressa (4 imprese su 5, infatti, dichiarano di partecipare a una sola filiera).
Le filiere più promettenti sono macchine industriali, edilizia, agro-alimentare, abbigliamento, mezzi di trasporto su gomma, energia, sanità, farmaceutica e cure, che rappresentano complessivamente il 56,4% del valore aggiunto, il 52,3% dell’occupazione e il 67,3% delle esportazioni.
“Il modello distrettuale si conferma un pilastro fondamentale per il sistema produttivo nazionale. È in corso un’evoluzione verso una crescente integrazione lungo le catene del valore che consentirà alle imprese italiane di affrontare le sfide di un mercato sempre più globale e competitivo e di superare alcuni limiti dei distretti tradizionali – ha spiegato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence e dello Sviluppo Internazionale di TEHA Group.”
=> Scarica lo studio SACE-TEHA dedicato ai trend e alle trasformazioni che spingeranno la competitività del Made in Italy nel mondo.