«Lo smart working è destinato in gran parte a rimanere. Ormai è un nuovo paradigma a cui le persone non vogliono rinunciare. Questo comporta inevitabilmente che le imprese debbano ripensare i propri spazi di lavoro e le piattaforme per la gestione del workload». Basandosi su questa convinzione, l’azienda di system integration STIM Tech Group ha investito nei due anni di pandemia 6,5 milioni in attività di ricerca e sviluppo, acquisizioni eristrutturazioni di sedi e risorse umane, incrementando i risultati.
Il 2021 si è chiuso con 30 milioni di fatturato e «nel 2022 ci attendiamo un’ulteriore crescita», sottolinea il CEO, Stefano Marazzi, intervistato da PMI.it.
L’azienda, intorno a una strategia di innovazione del digital workplace, ha costruito scelte importanti: due acquisizioni (MCA – soluzioni tecnologiche e sistemi Audio Video, e Ayno – progettazione e realizzazione di sistemi evoluti di videoconferenza e soluzioni audiovisive integrate) hanno portato alla nascita di STIM Tech Group, in cui è consolidata anche Yooda (soluzioni Microsoft Teams e Cloud). Risultato: un gruppo con sei sedi, un organico di 180 persone e un fatturato di 35 milioni di euro, per un società tecnologica interamente made in Italy a conduzione familiare (fondata nel 1988 dal Francesco Marazzi, padre dell’attuale CEO).
Hybrid Workplace per i nuovi stili di lavoro
«Dal 2020, in piena pandemia – racconta Marazzi -, abbiamo investito risorse e tempo concentrandoci sullo sviluppo e implementazione di progetti di ricerca per portare STIM a un livello ancora più elevato di innovazione». Al centro della crescita «l’accelerazione del fenomeno Hybrid Workplace e la necessità delle aziende di ridisegnare i sistemi e le tecnologie utilizzate per la collaboration, affermatisi come nuovi strumenti per agevolare la vita delle persone garantendo efficienza e qualità del lavoro».
Obiettivi 2022: «contiamo di raggiungere i 45 milioni di fatturato e far crescere ulteriormente il numero di risorse». La ricerca riguarda professionalità correlate alle soluzioni di digital collaboration, da sistemisti Microsoft Teams a tecnici audio video e collaboration fino a figure in ambito Project Management.
Hub per la Digital Transformation
Gli investimenti in R&S sono «vitali per un’impresa, principalmente in termini di competenze professionali e approccio a soluzioni“best of breed” nell’attuale panorama della Digital Transformation». Le acquisizioni del biennio 2020-2021 sono state mirate a costruire proprio un polo di aggregazione rivolto alle soluzioni di Digital Workplace e della System Integration.
«Per accelerare la crescita, la nostra idea è di concentrare i nostri sforzi nell’ampliare la Value Proposition; abbiamo già implementato la nuova business unit rivolta al rilascio dei servizi di Cyber Security e rafforzato quella dedicata ai Managed Services, senza tralasciare le attività di cross-selling tra la base clienti messa a fattor comune dopo le acquisizioni degli ultimi due anni; strategie che, sebbene l’anno sia appena all’inizio, stanno già dando riscontri positivi».
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Trend digitali nel post pandemia
Come stanno cambiando le necessità tecnologiche delle aziende? «Clienti differenti operanti in diversi settori economici riportano l’impatto che la pandemia ha avuto sulle attività di trasformazione digitale delle loro aziende. Molti sono stati costretti a rivalutare le proprie priorità e creare nuove strategie di adattamento. La pandemia ha inciso in maniera notevole sull’accelerazione dei progetti di trasformazione. L’espansione dei servizi digitali è diventata una necessità imprescindibile, gli attuali flussi di lavoro basati su processi obsoleti costituiscono un ostacolo alle iniziative di trasformazione digitale». Nell’esperienza di STIM Tech Group, l’approccio delle aziende è versatile. «I leader digitali stanno investendo molto: il 53% destina la spesa all’automazione dei processi mentre il 47% dedica risorse a piattaforme di collaborazione per la condivisione dei dati, la creazione di contenuti e la videoconferenza».
Il futuro dello smart working
La vision sullo smart working? «Sebbene esistano delle differenze tra l’approccio delle grandi aziende e di quelle medio piccole, entrambe evolveranno verso un modello di lavoro ibrido, in presenza e da remoto con l’utilizzo diffuso di tecnologia abilitante la collaboration. Sebbene il lavoro a distanza presenti delle sfide, i nostri clienti stanno investendo molto nella trasformazione digitale, modernizzando i flussi di lavoro e i processi aziendali. Sono certo che, sperimentando ed utilizzando i nuovi modelli di lavoro, si formeranno nuovi equilibri fra modalità in presenza e distanza capaci di cogliere i benefici potenziali di entrambe le modalità di lavoro».