Le reti d’impresa si sono rivelate uno strumento importante per affrontare l’emergenza Covid: nel 2021 i contratti di rete sono aumentati del 13,3%, le imprese in rete del 10%. I dati sono contenuti nel terzo Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulle Reti d’impresa, a cui partecipano InfoCamere, RetImpresa e il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia.
Reti d’impresa contro la pandemia
Il contratto di rete è uno strumento agile che permette alle imprese anche piccole di fronteggiare mercati incerti o complessi condividendo le risorse e la visione strategica. Il report dell’Osservatorio contiene anche una survey, condotta fra giugno e luglio su un campione di 241 reti, che contiene indicazioni sul ruolo delle aggregazioni nel corso della pandemia.
L’identikit delle reti vincenti
Le reti più performanti, efficaci, coese e resistenti sono risultate essere quelle con le seguenti caratteristiche:
- hanno risorse e competenze complementari, soprattutto intangibili;
- sono simili tra loro come mercato di riferimento;
- considerano importanti le tecnologie legate ai dati e all’automazione, soprattutto nel Made in Italy.
Gli obiettivi indicati dalle reti di impresa intervistate mostrano una maggiore propensione rispetto al passato per l’aumento del potere contrattuale, la riduzione dei costi di produzione, la formazione e la partecipazione a bandi e appalti. Resistono, seppure con meno forza, i temi dell’innovazione, dell’internalizzazione e del marketing in rete, anche per effetto del proseguire della crisi pandemica.
La mappa dei contratti di rete
I numeri del “settore”: al 31 dicembre si contavano 42.232 imprese in rete, per un totale di 7.541 contratti di rete. Questi ultimi sono aumentati del 13,3% (+885 nuovi contratti rispetto al 2020), le imprese come detto segnano un incremento del 10% (+3mila 849 rispetto al 2020). Le imprese più coinvolte nei contratti di rete appartengono ad agroalimentare (22%), commercio (14%) e costruzioni (12%). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, in testa il Lazio (24,3%) seguito da Lombardia (10,5%) e Veneto (7,8%).
Il nuovo modello aggregativo
«Le reti d’impresa rappresentano un innovativo modello di organizzazione del lavoro e possono contribuire a rafforzare le competenze e i livelli di specializzazione all’interno delle filiere», sottolinea Tiziana Nisini, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha annunciato l’imminenza dell’operatività del decreto sulla codatorialità nei contratti di rete che regolamenta la condivisione del personale da parte delle imprese in rete in funzione degli obiettivi comuni da raggiungere con il contratto di rete. Il provvedimento attuativo del ministero è stato registrato alla Corte dei Conti, e le procedure dia attivazione saranno in tempi brevi pubblicate sul portale del dicastero.
«Il contratto di rete potrà assumere un ruolo ancor più decisivo nel nostro sistema produttivo anche grazie all’attuazione della codatorialità», sottolinea Fabrizio Landi, presidente di RetImpresa.
Aggiunge Paolo Ghezzi, presidente Infocamere: «una lettura più consapevole, attenta e puntuale dei dati del Registro delle Imprese sui fenomeni più dinamici della nostra economia, come quello delle reti, è condizione indispensabile anche per sfruttare al meglio le risorse del PNRR, attuando quel principio di accountability che ci viene chiesto dall’Europa per rendicontare i risultati dei progetti e promuovere il riuso delle best practice».