L’emergenza Covid ha provocato un calo annuo del fatturato delle PMI del 10,6% con un margine operativo pari a -22,8%, ma le imprese riescono comunque a mantenere elevato il livello di resilienza, con il fattore chiave per resistere ed agganciare la ripresa identificato nella tecnologia, che guida gli investimenti per i piani di sviluppo: sono le valutazioni che emergono dal report “La nuova generazione di Aziende Private – Il percorso verso la resilienza e le opportunità del Next Generation Eu», di Deloitte Private.
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Per più di tre leader aziendali su quattro, la pandemia ha rappresentato un momento di riflessione su come affrontare una situazione delicata seguendo logiche svincolate dal business as usual, che costituiscono un bagaglio di competenze utili a gestire anche momenti futuri di forte incertezza. E, malgrado le forti contrazioni dei numeri di bilancio, le imprese hanno dimostrato durante il Covid un’elevata resilienza nel 31% dei casi, media nel 59% e bassa soltanto nel restante 10%.
L’elemento cardine che concorre alla resilienza è la tecnologia e la priorità strategica la trasformazione digitale, sia nel breve che nel lungo periodo. Il 68% delle imprese attribuisce un ruolo primario alla digitalizzazione nel rilancio dell’economia. Il settore tecnologico è stato spinto proprio dalla crisi pandemica con un aumento del 23% degli investimenti, a contrastare il calo di fatturato e redditività. In prospettiva, tutte le aziende devono far leva su un piano strategico impostato sulle nuove esigenze del mercato e orientato verso le direttrici di sviluppo deal Next Generation EU (il 90% delle imprese italiane riconosce il NGEU e il PNRR come mezzi fondamentali per sostenere lo sviluppo post-pandemico dell’Italia).
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Le sette priorità per una PMI resiliente
I cinque principi a cui i leader delle PMI devono ispirarsi per prosperare nonostante le difficoltà, sono: prontezza, adattabilità, collaborazione, fiducia, responsabilità. Secondo la prospettiva di Deloitte Private, invece, le esigenze organizzative delle PMI si possono raggruppare in sette categorie di resilienza: strategy, capital, growth, operations, technology, work e society.
- Articolare una chiara visione strategica per il New Normal, in grado di anticipare le nuove strutture di mercato e i
modelli di business e di garantire elevati livelli di flessibilità rispetto alle contingenze. - Ottimizzare il capitale circolante, la struttura del capitale e della finanza aziendale a supporto della visione strategica e
del raggiungimento degli obiettivi aziendali anche attraverso operazioni di finanza straordinaria. - Interpretare il cambiamento dei mercati e i nuovi bisogni dei consumatori, adeguando la customer experience al nuovo
contesto e sfruttando al meglio le opportunità di crescita organica. - Trasformare e modernizzare tutti i processi così che garantiscano non solo la resilienza ma anche l’agilità dei nuovi modelli di business.
- Accelerare la trasformazione digitale in tutti gli ambiti funzionali implementando un’infrastruttura tecnologica sicura e promuovere le competenze digitali quali elemento fondamentale per un’organizzazione insight-driven.
- Allineare il lavoro, la forza lavoro, il luogo di lavoro, sfruttando le opportune soluzioni digitali e promuovendo una cultura inclusiva e diversificata, che ponga al centro il benessere dei propri collaboratori e l’equilibrio aziendale.
- Sviluppare strategie che siano attente all’impatto sociale ed ambientale, tengano conto delle molteplici aspettative di tutti i principali stakeholder coinvolti e gestiscano in modo proattivo i rischi non solo per l’organizzazione ma anche per l’intera società.
Nella costruzione di organizzazioni più resilienti, in grado di resistere meglio alle crisi future c’è una comune consapevolezza da parte delle aziende rispetto a queste sette priorità organizzative, le quali possono essere considerate come asset fondamentali per il successo di una strategia resiliente. Guardando al contesto italiano, l’impatto della pandemia da Covid-19 ha impresso un’accelerazione sulle priorità delle aziende di piccole e medie dimensioni che si trovano in un percorso di trasformazione. Il PNRR, con le proprie direttrici di azione concentrate su digitalizzazione, sviluppo tecnologico, sostenibilità e sussidiarietà può evidentemente contribuire a facilitare il raggiungimento di livelli di resilienza elevata. Conoscere i provvedimenti del PNRR potrà quindi essere un vantaggio competitivo se le aziende sapranno improntare i propri piani verso le priorità che possono essere favorite da finanziamenti dedicati.
Sul sentiment delle imprese verso il Recovery Plan, dal report Deloitte Connect for Europe: Next Generation Eu risulta che circa il 50% delle aziende è in attesa delle linee guida definitive del PNRR per cogliere le opportunità del NGEU mentre un’azienda su tre si è già attivata per farlo, soprattutto grazie al supporto di partner esterni.