Mai come in questo momento l’export assume un’importanza fondamentale per aiutare la ripresa del nostro Paese. E in questo contesto, un utile alleato delle imprese è rappresentato dalla certificazione accreditata, rilasciata cioè da Organismi e Laboratori nei confronti dei quali Accredia, l’Ente unico nazionale di accreditamento, verifica la competenza, l’indipendenza e l’imparzialità.
Il Rapporto ISTAT sulla competitività dei settori produttivi 2020 ha evidenziato che le imprese esportatrici certificate, del settore manifatturiero, sono più produttive in media del 17% rispetto a quelle non certificate. Secondo lo studio, la produttività, intesa come valore aggiunto per addetto, cresce al diminuire della dimensione aziendale: per le microimprese la differenza di produttività è di 18,8 punti, per le piccole il differenziale è di 11,9, che diventa di 4,5 punti per le medie imprese e di 1,4 punti per le grandi imprese.
Nel Rapporto viene sottolineato come sia fondamentale, nel commercio internazionale, avere standard condivisi che garantiscano la compatibilità dei beni e servizi scambiati. Lo strumento migliore per verificare il rispetto di tali standard sono appunto le valutazioni di conformità accreditate, ossia l’insieme di certificazioni, ispezioni, prove di laboratorio e taratura emesse da Organismi di certificazione e ispezione e da Laboratori di prova e taratura accreditati da Accredia. Proprio grazie alle garanzie fornite dall’accreditamento, le valutazioni di conformità diventano uno strumento valido e credibile su scala globale, verso il mercato e le istituzioni, per assicurare il rispetto delle norme previste.
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Lo studio
Le analisi condotte dall’ISTAT, in collaborazione con Accredia, hanno preso in esame le certificazioni dei sistemi di gestione, quale strumento volontario in grado di assicurare i mercati sulla qualità dei prodotti e servizi. Nel 2017 le imprese esportatrici in possesso di certificazione accreditata per i sistemi di gestione sono state 19.235, il 15,3% del totale. Esse hanno prodotto un valore di export di 224,3 miliardi di euro, pari al 53,5% del totale, occupando quasi 2 milioni di persone (48,8%).
Il settore manifatturiero è quello dove sono più diffuse le certificazioni accreditate (13.900 imprese sul totale di 19.235), poiché la tutela della qualità e della sicurezza dei prodotti, nelle diverse fasi di produzione, sono maggiormente rilevanti. Dal punto di vista settoriale, la certificazione accreditata di un sistema di gestione è più diffusa nella metallurgia, nella fabbricazione di macchinari e apparecchiature e in quella di articoli in gomma e materie plastiche.
Sono le imprese esportatrici più grandi a ricorrere alla certificazione accreditata (il 56,5% di quelle con 500 addetti), ma le PMI quelle che ne beneficerebbero di più, poiché il mutuo riconoscimento delle certificazioni accreditate facilita la partecipazione alle catene del valore internazionale, riducendo i costi di trasporto e alleggerendo l’effort economico dell’internazionalizzazione.
Come pure ha dimostrato l’Osservatorio Accredia “Commercio internazionale, il valore dell’accreditamento e della normazione”, realizzato con la collaborazione di docenti del Politecnico di Milano e dell’Università Roma Tre, la certificazione accreditata rappresenta un vero e proprio passaporto per l’export, che facilita la circolazione di prodotti e servizi sicuri e di qualità, favorisce produttività e reputazione delle imprese stesse e alimenta la fiducia di aziende partner e consumatori.
In una fase economica delicata come quella che stiamo vivendo, diventa quindi ancor più strategico puntare su questo strumento.
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Di Filippo Trifiletti, Direttore Generale di Accredia