L’emergenza Covid-19 ha comportato una corsa alle soluzioni di lavoro a distanza, costretti dalla situazione a ricorrervi anche non vi erano pronti o realmente preparati. Secondo dati McKinsey, in 8 settimane si è raggiunto un livello di digitalizzazione che si stimava conseguibile in 5 anni.
Però, questo rapido affrettarsi non sempre è stato contestuale all’adozione di un reale programma di smart working: si è adottato il modello di lavoro da casa piuttosto vista la necessità di distanziamento (remote-first), che comunque ha comportato benefici tanto per il lavoratore quanto per le aziende.
Secondo uno studio condotto da Astra Ricerche tra gli iscritti a Manageritalia, il 95% degli intervistati ha mantenuto elevati livelli di produttività mentre sul versante benessere si è ritenuto in buona parte che fosse necessaria una diversa organizzazione del lavoro.
In questo senso, un altro dato interessante è il disagio registrato dall’indagine condotta da CSA Research durante il periodo di smart working forzato, che ha generato nei lavoratori ansia e insicurezze, complice a volte una scarsa preparazione dei propri datori di lavoro in materia di smart working.
Anche prendendo spunto dai questi feedback, Seedble ha lanciato il progetto Exploring Smart Working per chiarire attraverso webinar mirati i passaggi chiave per implementare in azienda questo modello operativo, visto anche come fattore di crescita e di innovazione per le imprese in chiave di digital transformation. Attraverso una serie di Digital Meeting tenuti da esperti e disponibili sul portale exploringsmartworking.com.