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Un aiuto per incrementare le performance aziendali

di Alessandra Gualtieri

26 Febbraio 2020 12:33

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Strumenti, incentivi e supporto operativo per l'innovazione nelle imprese italiane alla luce dei dati dell'Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI.

Il futuro dell’economia si gioca sempre più sulla digitalizzazione, su questo non ci sono dubbi. Ma quello che vale per i Paesi nel loro complesso vale anche per le singole imprese, e in modo particolare per quelle piccole e medie che dell’agilità di business devono fare il loro asset principale per poter competere con successo.

La situazione in Italia non è purtroppo ottimale, come mostra la più recente analisi condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano. Solo il 26% degli imprenditori mostra nei fatti di avere una maturità digitale adeguata a competere sui mercati globali.

Ancor più preoccupante è il fatto che la maggior parte delle PMI preveda di investire nel 2020 in tecnologie e processi digitali cifre invariate o ridotte rispetto al 2019, confermando una visione aziendale che ancora fatica a considerare la digitalizzazione un aspetto strategico. Spesso infatti le competenze digitali sono distribuite tra più ruoli e funzioni all’interno dell’impresa con una forte tendenza all’esternalizzazione.

Questo è tendenzialmente un trend da invertire. Le aziende dovrebbero portare la competenza digitale a un livello più strategico ovvero vicino anche fisicamente alla direzione generale. La trasformazione digitale infatti non è la semplice adozione di una piattaforma software, ma opera di pari passo con la strategia di sviluppo dell’azienda nel suo complesso.

Tra gli elementi che frenano una maggiore iniziativa in questo ambito, giocano un ruolo importante i costi di acquisto delle tecnologie digitali, ma anche la mancanza di competenze digitali in azienda e lo scarso supporto istituzionale.

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In realtà, gli strumenti a supporto dell’innovazione digitale non mancano. Solo, sono molti gli imprenditori che si dichiarano non informati o non aggiornati sugli incentivi promossi dal MiSE proprio in tema di innovazione.

Qui gli spazi per migliorare ci sono, e sono chiari. L’intero ecosistema dell’innovazione – ovvero tutti gli stakeholder che promuovono in modo diretto o indiretto l’innovazione – dovrebbe agevolare con un circolo virtuoso la conoscenza di tali strumenti e dei benefici che possono portare alle aziende. Tra questi, la possibilità di liberare risorse, come nel caso del credito d’imposta, oppure di ottenere risorse aggiuntive, come invece è il caso della circolare Nuova Sabatini e Industria 4.0, o del programma di incentivi Smart&Start.

In questo senso, le realtà che operano nel campo della finanza agevolata possono giocare un ruolo importante, quello di diffondere la conoscenza degli strumenti a disposizione delle aziende e di aiutare le stesse aziende a identificare e utilizzare in modo efficace quelli più adatti al loro caso.

Una visione strategica più completa e di lungo termine da parte delle aziende, abbinata al ruolo di facilitatore di chi opera da tempo in questo ambito, con competenze specifiche ed esperienza sul campo, può aiutare a invertire il trend aprendo scenari sicuramente più positivi.

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Katiuscia Terrazzani, Managing Director, Ayming Italia