Il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati, a sei mesi dalla sua entrata in vigore, continua a rappresentare per molti un’ardua sfida, perché nella maggior parte dei contesti di lavoro richiede non soltanto la revisione dei processi aziendali ma anche un vero e proprio cambio di rotta culturale. Piuttosto che un mero adempimento fine a sé stesso, il GDPR deve essere letto come quel che nella realtà dei fatti è: un’opportunità per sviluppare una gestione delle informazioni davvero efficiente e sicura.
Ma lo hanno davvero capito le PMI italiane? Ebbene, in base ai dati di mercato sugli investimenti IT sembra di sì. L’impatto del GDPR sulla spesa in soluzioni di sicurezza informatica risulta consistente: secondo IDC, nel 2019 si parla di ben 230 milioni di dollari in risorse che le aziende impiegheranno in ambito IT.
A individuare con chiarezza i driver alla base di questo trend è Lorenzo Giuntini, Head of Engineering di Aruba, che offre ai clienti chiamati ad adeguarsi al GDPR un’ampia gamma di servizi, promuovendo da tempo una gestione ottimale e a norma dei dati personali.
Buona parte delle aziende che ci stanno interpellando ci chiede sistemi di Disaster Recovery, anche a seguito del GDPR, che impone la salvaguardia del dato per evitarne la perdita e la non disponibilità.
Come spiega Giuntini, infatti, il DR impatta non soltanto su infrastrutture e apparecchiature ma anche sui processi, perché preserva l’affidabilità dei dati anche dopo eventi di disastro come un incendio o un terremoto. Tutelando i dati trattati ma anche la business continuity dell’azienda.
Aruba Cloud: conformità al GDPR semplificata
Dunque, siamo di fronte a un graduale cambio di mentalità che vede sempre più spesso le aziende affidarsi a partner specializzati con l’obiettivo di rinnovare progressivamente i propri apparati, così da “sfruttare” gli obblighi in compliance in ottica di business. In questa nuova ottica si colloca anche il crescente numero di imprese italiane che si avvicina al Cloud, grazie al suo ruolo strategico di volano dell’innovazione.
Per semplificare il processo di adeguamento IT al GDPR, Aruba mette a disposizione delle imprese di ogni dimensione una fornitura di servizi Cloud qualificati e soluzioni IaaS pensate per ogni specifica esigenza. Questo permette ai clienti di adottare quelle misure tecniche e organizzative atte a garantire la sicurezza dei dati e il rispetto della privacy. È possibile scegliere tra una rosa di soluzioni che aiutano e supportano la compliance in riferimento al trattamento dei dati personali: Cloud Backup, Disaster Recovery as a Service (DRaaS), Business Continuity.
La solida rete di Data Center dislocati sul territorio, tra l’altro, rappresenta una risorsa strategica per le aziende che cercano un partner italiano con cui interfacciarsi direttamente e che le possa aiutare a gestire i propri dati in conformità, scegliendo dove farli risiedere e come proteggerli. Ciò vale sia per le aziende italiane, sia per le straniere che cercano un punto di riferimento o una sito secondario in Italia.
In pratica, le aziende che scelgono un piano di Business Continuity o Disaster Recovery possono scegliere l’infrastruttura primaria e secondaria geograficamente più vicina o adatta alle proprie esigenze. E in tutti i casi può scegliere se adottare una soluzione di colocation, cloud o ibrida.
Oltre ai due Data Center di Arezzo e al Global Cloud Data Center di Ponte San Pietro (Bergamo), è in fase di progettazione il nuovo Hyper Cloud Data Center di Roma. Tutti offrono servizi in linea con le direttive GDPR e soluzioni mirate a creare e gestire infrastrutture tecnologiche sicure.