Quanto conta il benessere dei lavoratori nelle aziende italiane? Parecchio se consideriamo che sono sempre di più le società che scelgono di dotarsi di un nuovo responsabile chiamato welfare manager. Di cosa si occupa il welfare manager? In poche parole del benessere e della conciliazione vita e lavoro dei dipendenti.
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Quando si parla di imprenditoria non si può fare a meno di alludere alla produttività , per molti imprenditori invocata come panacea e rimedio a tutti i vincoli per la crescita. Ed è proprio in merito alla produttività che nasce il welfare manager, figura il cui specifico obiettivo è quello di incentivare i lavoratori e stimolarne la produttività tramite l'introduzione di benefit non monetari ma che puntano a offrire servizi che migliorano la qualità della vita.
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Questa nuova forma di incentivi utile ad aumentare la produttività in azienda, da noi suggerita più di un anno fa, comincia adesso a diffondersi in molte aziende italiane, soprattutto nelle multinazionali.
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In pratica con il welfare manager il lavoratore non vedrà lievitare la propria busta paga di sonanti monetine ma piuttosto riuscirà a trarre benefici da una serie di servizi che gli verranno affidati: palestre, asili nido, cellulari aziendali, assistenza sanitaria integrativa e così via. Nessuna modifica al trattamento economico ma di sicuro un forte miglioramento del benessere dei dipendenti. E quindi della produttività .
Il welfare manager, che riporta direttamente al responsabile human resource, è un dirigente con formazione di tipo umanistica e ampia conoscenza degli incentivi da mettere in atto per motivare i dipendenti. Deve avere, quindi, ampia conoscenza dell'aspetto normativo e delle agevolazioni fiscali nonché elevata conoscenza del contesto aziendale come ad esempio il profilo socio-demagogico nonché delle esigenze e di bisogni dei lavoratori dipendenti.