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Formazione e Social Knowledge: le prospettive

di Stefano Besana

Pubblicato 13 Aprile 2010
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:36

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La formazione è da sempre un tema molto caro alle aziende. Il suo connubio con la tecnologia vanta una tradizione altrettanto consolidata fatta di “momenti felici” e di fallimenti che portano spesso a ricorrere ai consolidata schemi tradizionali non tanto per mancanza di volontà  da parte di chi lavora in quest’ambito, quanto per mancanza di competenze o di soluzioni adeguate alle proprie esigenze.
Per questo motivo i Social Network e le piattaforme orientate a questo livello di cooperazione “sociale” potrebbero rappresentare una valida alternativa per il loro sapersi proporre in modo semplice, intuitivo e per la loro penetrazione assolutamente massiva.

Apprendere e gestire la Social Knowledge (qui un utile approfondimento) è complesso e richiede competenze di livello molto elevato, personalmente l’uso di queste piattaforme per l’apprendimento penso possa essere articolato in tre differenti macro-aree:

  • Estensione: per portare l’apprendimento e la formazione là  dove non si potrebbe arrivare con le tecnologie classiche.
  • Strumento: come alternativa – molto più usabile e utilizzabile delle classiche e – ormai – obsolete piattaforme di apprendimento on-line.
  • Informale: per accrescere e stimolare il trasferimento di conoscenze e di apprendimenti impliciti e informali, che rappresentano la leva maggiore delle aziende.
    Un buon esempio di questa pratica lo troviamo nei gruppi di LinkedIn in cui si scambiano informazioni e riflessioni attorno a un oggetto specifico (lingua inglese)

Accanto a queste dimensioni è sempre bene tener presente quella di valutazione: come si valuta la formazione erogata in questo modo? Come si fa a tenere traccia degli apprendimenti informali? Come si fa a comprendere se questi apprendimenti hanno originato i cambiamenti organizzativi auspicati?

La risposta alla nostra domanda, quindi?
Sicuramente un piccolo di investimento in più, non in termini economici ma di tempo, da parte di chi si occupa di questi temi per documentarsi, aggiornarsi e scoprire nuove modalità  di apprendere e di creare assieme, senza preoccuparsi troppo delle nuove tecnologie, ma anzi: vedendole come un supporto per la propria crescita professionale e personale.