Cloud computing, ancora troppo costoso? Non per le Pmi

di Noemi Ricci

Pubblicato 11 Agosto 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:36

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Mentre Gartner prevede per il 2009 una crescita degli investimenti nel Cloud computing, secondo uno studio di McKinsey & Company il suo utilizzo in ambiente business è ancora troppo costoso, ma solo per le grandi imprese, mentre sarebbe più adatto alle Pmi.

In particolare lo studio, realizzato per il Symposium 2009 dell’Uptime Institute – organizzazione dedicata a supportare le imprese nel settore dei data center – ha rilevato che, nelle grandi imprese, infrastruttura e servizio di un internet data center non sarebbero economicamente vantaggiosi, costando oltre il doppio rispetto a quelli di un data center aziendale.

Dunque per le piccole e medie imprese il Cloud computing risulterebbe vantaggioso, in particolar modo per quelle realtà  in rapida crescita, la cui evoluzione è difficilmente prevedibile.

Lo studio è stato effettuato confrontando i costi dell'infrastruttura di computing legati alla gestione di applicazioni Windows e Linux rispetto a quelli che si avrebbero migrando quelle applicazioni in una internet cloud, quindi passando da una logica di proprietaria a una logica on demand.

Per le grandi imprese, quindi, lo studio sfata il mito per il quale il Cloud computing porterebbe ad una drastica riduzione del personale IT necessario nell'organizzazione. Secondo gli analisti, in questi casi, sarebbe meglio avvalersi della virtualizzazione un data center aziendale piuttosto che di un'internet data center.

Vantaggiosa tanto per le grandi aziende che per le Pmi l'esternalizzazione solo di alcuni servizi, invece del passaggio dell’intera logica di data center in-house ad una logica di internet data center. Ad esempio singole applicazioni come quelle di collaboration, posta elettronica e video-comunicazione potrebbe essere economicamente più efficienti nel caso venissero portate su internet e gestite con una logica a servizio.

Bisogna poi prendere in considerazione anche il guadagno in termini di maggiore flessibilità  e scalabilità  che derivano dall’adozione di un servizio in outsourcing, che potrebbe compensare il bilancio sfavorevole tra investimenti e spese correnti.