Durante la pausa estiva ho avuto modo di affrontare un “testo sacro” della sociologia contemporanea, che sonnecchiava sugli scaffali della mia libreria praticamente da un decennio. Mi riferisco al celebre “The knowledge-creating company” (Creare le dinamiche dell’innovazione) dei giapponesi Nonaka Ikujiro e Takeuchi Hirotaka, tradotto in italiano da Guerrini e associati nel 1995.
Gli autori sviscerano in modo attento e scrupoloso tutte le varie sfumature di quell’importantissimo patrimonio aziendale di cui non si parla mai abbastanza: la conoscenza.
In questo testo vengono fondamentalmente descritti due diversi tipi di conoscenza: quella “tacita” e quella “esplicita”. La prima è di natura personale, congiunturale, strettamente contestuale e difficilmente veicolabile; invece la seconda è facilmente codificabile e trasmissibile mediante una struttura linguistica formale.
I due tipi di conoscenza non si contrappongono fra loro, anzi. Sono fortemente complementari e interagiscono continuamente in uno scambio sinaptico.
In un tale contesto – che trova nella Rete la propria cassa di risonanza – i tradizionali strumenti
di gestione documentale a tutt’oggi incentrati sulle logiche di “basi di dati relazionali” di Edgar F. Codd non sono soddisfacenti, in quanto risultano imbrigliati dalla struttura organizzativa dell’azienda che funge da collo di bottiglia.
Per contro, le piattaforme wiki per loro natura si connotano per l’innata capacità di attivare e rendere dinamica la cosiddetta “spirale della conoscenza“, ovvero il processo attraverso il quale la conoscenza tacita individuale viene valorizzata ed ampliata a livello organizzativo.
Le sagaci menti che lavorano in quel capolavoro della natura che si chiama Google hanno da tempo compreso quanta sentita sia l’esigenza di “economia della partecipazione” da parte delle nostre imprese e, in linea con la loro tradizione, hanno realizzato Google Sites, una delle migliori piattaforme di condivisione dati e progetti attualmente presenti sul mercato che farà molto parlare.
In 5 minuti è possibile creare un wiki le cui potenzialità erano fino a pochi anni fa esclusivo appannaggio di pochi eletti.