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Magazzino fisico o virtuale? Analisi dei costi o Target Costing?

di Sonia Ferretti

Pubblicato 24 Luglio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:37

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Una errata gestione del magazzino può avere influenze deleterie su tutti i settori della propria azienda: finanziario, commerciale, produttivo nonché sull’intera struttura organizzativa.

Spesso per gestire bene un magazzino servono soluzioni non solo all’avanguardia ma anche su misura. Le spese maggiori sono costituite da personale, attrezzature, stoccaggio, imballo e spedizione oltre naturalmente al lato informatico. Le nuove tecniche gestionali sono sempre più flessibili e tendono intrecciare rapporti di vario genere con fornitori, clienti o altre imprese esterne.
La situazione ideale è tenere sotto controllo i livelli delle scorte in modo da riordinarle al momento giusto senza eccedere nelle spese.

Il software utilizzato dovrebbe permettere di:
1. soddisfare la domanda e favorire un flusso di vendita costantemente fluido
2. calcolare la minima giacenza necessaria per sviluppare il punto 1. senza tuttavia creare onerose passività  al settore finanziario
3. utilizzare meno spazi e risorse possibili per la gestione fisica delle scorte
4. movimentare le merci in tempi brevi all’interno del magazzino

Nel caso invece si faccia uso di un magazzino virtuale, molti costi saranno abbattuti, come minimo quelli relativi allo stoccaggio fisico delle merci. Bisognerà  tuttavia accertarsi che l’ERP scelto tenga conto dei tempi necessari a selezione e reperimento dei materiali presso i fornitori.

Le difficoltà  che si incontrano nella fase di transizione tra un tipo di magazzino e l’altro possono essere costituite da soluzioni gestionali obsolete, basate sul modello di organizzazione precedente. Sarà  quindi doveroso controllare che tutte le fasi vengano correttamente contabilizzate, altrimenti sarà  necessario rivedere il programma o acquistarne uno maggiormente all’avanguardia in questo senso.

Una volta che, tramite una opportuna riorganizzazione, avremo tutti i dati necessari, potremo affidarci all’analisi dei costi oppure a un sistema ideato negli anni ’70 in Giappone, il target costing, il quale tiene conto dell’intero ciclo di vita del prodotto, del prezzo tendenziale di mercato, di tecnologia e processi produttivi e dei costi associati a questi.

Fasi del TARGET COSTING

1) ideazione e progettazione del nuovo prodotto
2) individuazione del prezzo (benchmarking)
3) determinazione del costo tollerabile
4) determinazione del costo tendenziale (in genere più elevato del primo)
5) analisi del gap
6) sviluppo dei processi di produzione aventi come vincolo il costo tollerabile (nella duplice ottica di qualità  totale e riduzione dei costi)

Il target costing risulta essere particolarmente adatto in contesti che presentano le seguenti caratteristiche:

– mercati caratterizzati da elevata concorrenza
– presenza di prodotto complessi per diversità  di attributi e alto contenuto tecnologico
– marcata riduzione dei cicli di vita del prodotto

Questo strumento coinvolge tutta l'organizzazione aziendale. Per la sua implementazione saranno senz’altro necessari spirito di collaborazione e una buona comunicazione.