Business Intelligence: ripartire dall’1.0 e dall’Open Source

di Giovanni De Vidi

Pubblicato 8 Luglio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:37

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Nelle nostre Pmi, la gestione di tutta quella serie di processi aziendali che vanno sotto il nome di BI, ossia Business Intelligence ricorda tanto quell'arguto adagio napoletano che recita “‘A figlia ‘e don Camillo, tutt’ ‘a vònno e nisciuno s’ ‘a piglia”

Effettivamente, l'importanza di una sua adozione è senza dubbio ben compresa dai nostri imprenditori (soprattutto in concomitanza di veri o allarmistici momenti di recessione) ma poi sul piano concreto sono veramente poche quelle Pmi che si attivano realmente in tal senso.

I motivi a cui ascrivere questo comportamento sono molteplici e variegati. Un primo e fondamentale motivo potrebbe essere ricercato nel fatto che impiantare una struttura seria comporta degli oneri, a cui non sempre seguono dei tangibili riscontri sul piano del ritorno economico.

In alcune occasioni è la mancanza di una vision in termini di obiettivi e strategie che rende impraticabile questo tipo di gestione, mentre in tal’altre occasioni la motivazione risiede nella complessità  degli strumenti software a disposizione del management che, soprattutto nelle Pmi, non sempre possiede conoscenze adeguate e tempo necessario da dedicare.
In ogni modo si procrastina sempre.

Dal resto, il continuo rinvio è o non è lo sport nazionale?
Non è certamente lo scopo di questo mio piccolo post “mettere il naso dell'altrui impresa” ma è bene ricordare che prima di intraprendere progetti dai nomi piacevolmente altisonanti quali Enterprise 2.0, Marketing 2.0 e simili è più saggio dapprima profondere un po' di risorse ed impegno in progetti più umili di BI 1.0, che potrebbero anche apparire un tantino démodé ma che, a giochi fatti e nel lungo termine, rappresentano delle vere e proprie polizze assicurative.

Chi fosse particolarmente sensibile ai costi del progetto sappia che negli ultimi tempi ai blasonati nomi del software commerciale (Cognos, Business Objects, SAS Insitute, Oracle, Board ecc…) si sono affiancate anche delle validissime soluzioni del mondo Open Source, tra cui letteralmente eccelle Pentaho, piattaforma profondamente innovativa che, se solo lo si volesse, potrebbe rappresentare un eccellente terreno di incontro tra le giovani forze del mondo universitario e le robuste braccia delle nostre realtà  imprenditoriali.

Nato fondamentalmente per essere una struttura di coagulo tra le varie applicazioni
OpenSource che interessano la BI (come Kettle, Mondrian OLAP, e Weka) e forte di non pochi customer success , Pentaho è una piattaforma framework J2EE compliant flessibile ed altamente prestazionale (grazie anche e soprattutto alla struttura HOLAP) carrozzata di tutte le necessarie procedure di logging, auditing, security, scheduling, ETL, attribute repository e rules engine. Senza dimenticare che è anche ricco di funzionalità  di reporting, workflow, dashboards e data mining.