Nel corso degli ultimi anni, alla mia consueta attività di capo progetto si è affiancato il compito di indicare le modalità attuative di quanto previsto dalla normativa di legge in tema di trattamento dei dati (d.lgs 196/2003) in ambito IT, per aziende e P.A.
A parte la desolazione nel verificare l’utilizzo spesso empirico degli strumenti informatici ed una totale misconoscenza delle potenzialità a portata di mano, credo sia importante notare come questo strumento legale possa rappresentare un punto di partenza per mettere ordine nell’approccio informatico delle piccole imprese.
La normativa prevede tutta una serie di obblighi relativi alla modalità di gestione dei dati, personali e talvolta sensibili, di coloro che entrano in contatto con l’azienda, siano essi clienti, fornitori o risorse interne.
Questi obblighi, in verità molto laschi, ci si aspetta vengano già abbondantemente e sistematicamente applicati dalle aziende che utilizzano quotidianamente sistemi informatizzati.
Di fatto, ci si scontra con una realtà che spesso è ben diversa:
- password note a tutti,
- accesso indiscriminato a tutte le informazioni,
- mancanza di backup,
- totale assenza di controllo,
- carenza di procedure codificate.
Tutto questo si ripercuote sulle modalità operative delle differenti aree che costituiscono le imprese, abbattendone le potenzialità e fiaccandone la competitività .
Al di là dell’adozione di meccanismi di backup o di una applicazione formale di quanto richiesto dalla normativa è innegabile che il sotto utilizzo dei sistemi informativi risulti dannoso, ancora più oggi, che viviamo un momento di economia non esattamente florida.
Compito tutt’altro che ingrato, in quanto permette di disporre di punti di contatto con nuovi clienti o di ampliare l’offerta verso clienti consolidati, è quello di presentare questa normativa imposta non come un aggravio della attività aziendale quotidiana ma come un’opportunità di miglioramento nella gestione dei sistemi informativi, di conseguente ottimizzazione – ad esempio nel reperimento dei dati – e, in generale, delle attività aziendali.
In definitiva, la strategia vincente sarebbe quella indirizzata a far percepire la “consulenza” come un servizio, esattamente come la realizzazione di un sistema di fatturazione o del web-site aziendale, ben sapendo che il valore può e deve essere di gran lunga superiore.