Problemi di crescita. Potrebbe essere questa la diagnosi per AMD, che tuttavia sembra essersi rimessa in sesto.
Anche le grandi imprese soffrono gli effetti collaterali legati a un aumento di produzione, o al cambiamento della struttura organizzativa. I guai di AMD sono infatti iniziati con un formidabile successo, quello del processore Opteron, che ha subito riscosso largo favore nel mercato dei server.
Un successo che ha permesso ad AMD di toccare un fatturato di 1,6 miliardi di dollari e le ha aperto le porte dei più grandi produttori di PC mondiali: Hewlett-Packard, Dell, IBM e Sun. Proprio la politica dei big player ha sconvolto i piani di AMD. Secondo lo stesso CEO Hector Ruiz, queste grandi compagnie pretendono un’enorme disponibilità di chip che, in periodi di scarsa domanda, restano invenduti.
Dovendo assicurare una riserva di tale portata, infatti, AMD si è trovata costretta a penalizzare i rapporti con i suoi tradizionali partner nella distribuzione al dettagilo, che nel frattempo si erano rivolti a Intel. Il risultato fu un primo trimestre disastroso, con la storica rivale Intel che raggiungeva una quota di mercato dell’80%, lasciando ad AMD un impietoso 22,9%.
Ecco perché ha fatto notizia il recupero della società di Sunnyvale, che ha rosicato 4, fondamentali, punti dalla quota di Intel. Merito anche di un particolare fenomeno. Le vendite del settore sono infatti aumentate del 12,2% rispetto al primo trimestre e addirittura del 15,2 rispetto al 2006. E questo nonostante il tradizionale trend che prevede, in generale, un calo di vendite nel secondo periodo fiscale dell’anno. Un’inversione di tendenza che, assicurano gli analisti, non si vedeva dal 1990.