La bozza del Decreto Legge Sviluppo (articolo 47) introduce il concetto di perequazione degli incentivi per il Fotovoltaico: una misura volta a tenere conto delle caratteristiche del territorio e della relativa capacità di generare energia elettrica a parità di mezzi e strumentazioni, con la conseguenza di dirottare gli incentivi al Nord Italia, dove la produzione di energia solare è più difficile.
L’idea – si legge nella bozza del Decreto Legge Sviluppo – è di applicare un correttivo perequativo alle tariffe incentivanti sulla produzione di energia elettrica prodotta da impianti solari fotovoltaici.
Il correttivo perequativo sugli incentivi al Fotovoltaico sarebbe stabilito con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente, e collegato ai gradi-giorni delle zone climatiche elencate (Allegato A al DPR 412/1993 e modificazioni), «in modo da uniformare il valore dell’incentivo su tutto il territorio nazionale».
In pratica, si premierebbero le regioni del Nord dove gli impianti godono di peggiori condizioni climatiche, ma questo vorrebbe dire anche ridurre gli incentivi al Sud, drasticamente : le tariffe incentivate, infatti, sarebbero ridotte del 30-40%.
Un’idea che, anche se per certi versi ragionevole, ha subito scatenato la dura opposizione delle imprese del Mezzogiorno: la perequazione deriverebbe dalla campagna lanciata nei mesi scorsi della Lega e volta a tagliare gli incentivi al Fotovoltaico, ancora più gravemente di quanto già fatto con il Quarto Conto Energia.
Confindustria è “assolutamente ” favorevole alla perequazione degli incentivi alle Rinnovabili, come dichiarato da Agostino Conte, vicepresidente del comitato energia di Confindustria.
Per il segretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, invece, l’incremento delle tariffe incentivanti per le zone meno soleggiate a scapito del Sud Italia “non ha senso” in quanto vuol dire “incentivare gli impianti che producono di meno”.