SISTRI: gli evidenti problemi tecnici e le difficoltà delle 400.000 imprese della filiera chiamate ad attuarlo non hanno prodotto ulteriori rinvii dopo la proroga a febbraio 2012 (Legge 148/2011 di conversione della Manovra finanziaria bis, contente un emendamento ad hoc), lasciando però tempo alle micro-aziende fino a dopo giugno 2012.
In realtà non tutto è perduto, visto che il SISTRI si è dimostrato troppo complesso e oneroso soprattutto per le micro e piccole imprese.
Tra le riforme al SISTRI richieste con più insistenza da imprese e associazioni spicca dunque la proroga per le micro imprese (non più di 10 dipendenti) almeno fino al 31 dicembre 2012, nonché l’estensione dell’obbligo anche ai vettosi stranieri. In merito a queste iniziative legislative sul SISTRI, alla Camera sono stati recentemente approvati due ordini del giorno.
In particolare sulla possibilità di estendere l’operatività del sistema anche ai vettori stranieri che operano sul territorio nazionale, l’Onorevole Gregorio Fontana ha spiegato che questa modifica si rende necessaria per «correggere le disparità che deriverebbero dall’applicazione della norma presente nella Manovra e che comporterebbero costi e oneri per le aziende italiane, mentre i loro concorrenti esteri operanti sul territorio nazionale non dovrebbero sottostare a una pari regolamentazione».
L’introduzione di un tetto minimo di 10 dipendenti per le aziende coinvolte dimostra invece «almeno l’impegno a evitare che l’onerosa e ingiusta applicazione del sistema di tracciamento ingeneri una forma di concorrenza sleale da parte delle imprese straniere, altrimenti esentate dai nuovi costi, nei confronti di quelle italiane». Per le imprese di dimensioni minori l’aggravio è ancora maggiore perché è ancora più evidente la difficoltà di gestire un sistema come SISTRI che allo stato attuale richiedere un’assistenza continua di operatori con specifiche competenze informatiche.
Tra le proposte di legge all’esame della Commissione Ambiente ricordiamo esserci l’entrata in vigore del SISTRI non prima del 1° gennaio 2012 e la previsione di un adeguato periodo transitorio che permetta ad imprese ed operatori di adeguarsi ai nuovi adempimenti; l’esclusione dei piccoli produttori di rifiuti non pericolosi con meno di 10 dipendenti; l’esclusione dall’obbligo delle imprese che trattino rifiuti urbani e rifiuti speciali non pericolosi. L’obiettivo è rispondere alle istanze di semplificazione presentate dalle aziende del settore.
Ricordiamo che alle porte vi è anche la possibilità di una class action, azione legale collettiva che mira ad ottenere il rimborso dei contributi già versati per il 2011 dalle aziende di autotrasporto per un sistema mai entrato in vigore: la richiesta è di esonero dal versamento delle quote 2012 oppure di una conversione del tributo vanamente versato in credito d’imposta.