Il SISTRI, prorogato al 2012, enterà il vigore il 9 febbraio prossimo, con soddisfazione del Governo. Ma è dura la reazione del presidente nazionale di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè pronto ad agire anche per vie legali: se il ministro Prestigiacomo definisce l’approvazione dell’emendamento alla manovra finanziaria un laquo;segnale forte», il ripristino del sistema per la tracciabilità dei rfiuti speciali e pericolosi, per Conftrasporto l’applicazione del SISTRI è incompleta.
Per combattere davvero le eco-mafie, il SISTRI dovrebbe essere imposto – con la manovra finanziaria bis – anche alle aziende di trasporto straniere.
Per Uggé, la Prestigiacomo cercherebbe di «coprire un fallimento colossale. Parlare di un “opportuno rodaggio” non è concepibile visto che il Ministero era pronto a partire già qualche giorno fa, ovvero il 1° settembre.
Il presidente di Conftrasporto ha poi sottolineato come, nonostante il ministro ritenesse impossibile rinviare l’entrata in vigore del SISTRI, «ora i fatti dicono che il sistema è stato ancora una volta rinviato (al 9 febbraio 2012 n.d.r.) e la signora ministro non potrà più agire di testa propria, ma dovrà concertarsi con altri ministeri e con le associazioni imprenditoriali».
Tra i motivi che hanno portato alla nascita di SISTRI c’è la volontà di combattere le eco-mafie. Ma perché questo possa realmente avvenire, Uggé suggerisce dunque di prevedere l’obbligo della tracciabilità anche per «i vettori esteri che potranno, in caso di mancate previsioni che li riguardano, divenire i vettori preferiti dalla malavita».
Un tema caldo per il quale Conftrasporto «è pronta a scendere in campo con azioni legali e sindacali», ritenendo inaccettabile «che nessuno, in Commissione al Senato abbia pensato a indicare nel documento la strada che porta a controlli sulle imprese di trasporto estere».