Decreto Rinnovabili: imprese e fondi fanno ricorso alla UE

di Noemi Ricci

Pubblicato 29 Marzo 2011
Aggiornato 13 Ottobre 2013 10:06

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Ricorso alla Commissione Europea contro il Decreto Rinnovabili per oltre 1500 imprese e Fondi di Private Equity italiani, mentre Confagricoltura denuncia il fermo di 7 milioni di euro.

Decreto Rinnovabili: la quiete sul fronte incentivi alle energie alternative era solo apparente: oltre 1500 imprese di settore hanno presentato ricorso alla Commissione Europea, assieme ad importanti Fondi di Private Equity italiani e stranieri per denunciare l’illegittimità dei tagli agli incentivi al Fotovoltaico operato dal decreto Romani.

Confidano nel parere concorde di Bruxelles (già in precedenza) perché a rischio ci sono un miliardo di euro d’investimenti solo nel Fotovoltaico.

Migliaia di aziende che contavano sul Terzo Conto Energia fino al 2013 ora si trovano di fronte uno stop anticipato, al 31 maggio. Alla Ue gli operatori delle Rinnovabili chiedono di fermare le «violazioni da parte dello Stato Italiano alla disciplina comunitaria sulla riduzione delle emissioni di gas serra e la promozione delle energie rinnovabili».

Viene violato il principio di legittimo “affidamento alla certezza del diritto”, gettando il settore nello scompiglio a causa delle incertezze su iter autorizzativi e quadro incentivante. Tutto questo impedisce la concreta attuazione in Italia della direttiva 2009/28/CE.

Uno scenario che penalizza situazioni già difficili, come quella denunciata da Confagricoltura Sardegna, che quantifica il disagio delle imprese del territorio spiegando che, in mancanza di un decreto attuativo, restano fermi sette milioni di euro. Tanto prevedeva l’art. 12 della legge regionale 15 sugli impianti per la produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole. «Questo – spiega il presidente dell’organizzazione Gigi Picciau – determina il blocco di numerosi ambiziosi progetti, tra i quali anche la creazione di tre poli fotovoltaici e integrati con le biomasse, che avrebbero dovuto abbracciare l’intero territorio regionale».

In più, oltre al fatto che il blocco agli incentivi impedisce anche la creazione di 1.500 posti di lavoro, si aggiunge ora anche il taglio operato dal decreto legislativo sulle energia da fonti rinnovabili.

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