Decreto Rinnovabili: a Roma istituzioni, parti sociali e imprenditori si confrontano in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; intanto Confapi e Aniem (Associazione Nazionale delle Pmi edili manifatturiere della Confapi) esprimono gravi timori sul futuro delle Pmi del Fotovoltaico ed Eolico.
«Per tutte le piccole e medie imprese che operano nel settore delle fonti rinnovabili si preannuncia una grave crisi se non verranno presi gli opportuni provvedimenti», ha spiegato il presidente Confapi Paolo Galassi dopo la firma di Napolitano sul decreto Blocca Solare.
Auspicando un confronto a breve con il Ministro Romani, Galassi chiede che «il sistema degli incentivi vigenti rimanga attivo per un periodo più lungo di quello previsto, che non arriva nemmeno a 3 mesi. È necessario inoltre che nuovi meccanismi incentivanti vadano a definirsi nel più breve tempo possibile».
Il settore subirà gravi conseguenze soprattutto per colpa di inevitabili «dubbi e incertezza negli investimenti sul lungo tempo nonché resistenza al finanziamento da parte delle banche a nuovi progetti», destabilizzando il settore.
Dello stesso parere il presidente Aniem Dino Piacentini, per cui il Decreto sulla promozione delle fonti rinnovabili rappresenta «uno stop per le piccole e medie imprese italiane» da parte del Governo, «nonostante gli sforzi della comunità europea per approvare direttive che promuovano il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, i bonus fiscali per la ristrutturazione, gli investimenti in ricerca e sviluppo da parte di centinaia di aziende ed enti».
Aniem incalza affermando che si tratta di «una previsione temporale che rischia di distruggere un sistema di piccole e medie imprese impossibilitate ad ultimare gli investimenti avviati nei mesi scorsi». Piacentini ha poi precisato che «sono migliaia le imprese che negli ultimi anni hanno creduto ed investito in questo settore. Rappresentano una realtà produttiva ed occupazionale significativa che ha voluto dare credibilità alle politiche energetiche del Paese e che oggi si trova ancora una volta delusa».
Secondo le previsioni Aniem, meno del 20% delle imprese che hanno puntato sul Terzo Conto Energia con gli impianti già in fase di costruzione «riuscirà a effettuare l’allacciamento nei prossimi 60 giorni, mentre per il restante 80% gli investimenti si riveleranno fallimentari».
E in più «le Banche hanno già iniziato a congelare i finanziamenti già concessi a questo scopo, al fine di tutelarsi rispetto alle conseguenze nefaste del decreto varato». In definitiva anche Aniem chiede al Governo più tempo, posticipando la data ultima di allaccio per l’ottenimento degli incentivi almeno al 31 dicembre 2011 in virtù del fatto che molti iter autorizzativi sono rallentati dalle lungaggini burocratiche tipiche del nostro Paese.
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