È arrivato in prima lettura il sì del Consiglio dei Ministri al decreto legislativo per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica che si pone l’obiettivo di aumentare la produzione di energia green riducendo al contempo gli oneri in bolletta a carico degli utenti.
Il dlgs attuativo della Direttiva 2009/28/CE stabilisce un Piano di Azione Nazionale (PAN) per l’impiego efficiente e sostenibile delle fonti rinnovabili.
Focus su semplificazione di procedure e autorizzazioni e razionalizzazione del sistema degli incentivi, in vigore dall’1 gennaio
2013.
Il Decreto Rinnovabili apporta novità anche per il settore Costruzioni: entro il 2013 gli edifici dovranno soddisfare il 50% dei consumi con rinnovabili, con una conseguente grande spinta al comparto Edilizia. Il tutto, con accesso diretto agli incentivi per la riqualificazione energetica e per la promozione delle fonti rinnovabili.
Altra novità: per l’installazione di impianti solari termici aderenti o integrati nei tetti, la Dire (denuncia di impianto alimentato da energie rinnovabili) – da spedire al Comune, anche per via telematica, entro 30 giorni dall’inizio dei lavori – sostituisce la Dia, con conseguente semplificazione dei titoli abilitativi per la realizzazione degli impianti. Per i piccoli impianti (fotovoltaici e non) basta una una comunicazione di inizio lavori al Comune.
Il provvedimento definisce anche le modalità per la diffusione delle informazioni e per il monitoraggio sul raggiungimento degli obiettivi. Per conseguimento degli obiettivi UE 2020 (17% di fonti energetiche rinnovabili sui consumi energetici nazionali), si scommette inoltre nche sulle nuove tecnologie per sviluppare un mix produttivo eco-sostenibile e competitivo.
Il dlg passa ora al voto delle commissioni parlamentari e della Conferenza Unificata, per poi tornare in CdM per l’approvazione definitiva.
Non sono mancate le prime critiche e considerazioni. Per Assosolare, «la grave limitazione posta per gli impianti fotovoltaici a terra realizzati su aree agricole è un pesante freno allo sviluppo del settore fotovoltaico in Italia».
L’Associazione produttori energia da fonti rinnovabili (Aper) ritiene invece propone alcuni correttivi: «occorrerà intervenire per implementare con maggiore celerità di quanto previsto dal testo odierno (12 mesi) i decreti attuativi che dovranno definire in termini quantitativi e di operatività i nuovi meccanismi di sostegno…Per gli impianti esistenti occorre salvaguardare con maggior chiarezza i diritti acquisiti e il congruo ritorno degli investimenti in essere. Infine occorre evitare di introdurre elementi di forte e ravvicinato shock normativo per le iniziative rinnovabili già in fase di sviluppo, come nel caso degli impianti fotovoltaici a terra in area agricola, già efficacemente regolamentate non più di 4 mesi fa per il periodo 2011-2013 dal Decreto 6 agosto 2010».