Presentato oggi il Report “Solar Generation 2010” di Greenpeace ed EPIA (European Photovoltaic Industry Association), che colloca l’Italia in pole position in quanto a investimenti nel Fotovoltaico. «Gli investimenti mondiali sul solare fotovoltaico hanno raggiunto il record di 35 miliardi di euro nel 2009 e si prevede di arrivare a 70 miliardi nel 2015. L’Italia è tra i Paesi più attivi, con quasi 1 miliardo di investimenti”, ha spiegato Domenico Belli, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.
Il solare fotovoltaico risponde bene alla necessità di produrre energia pulita senza contromisure per l’Ambiente, e il calo dei prezzi per i moduli fotovoltaici fornisce una marcia in più a questo business: secondo le stime scenderà a -40% entro cinque anni, mantenendo costante il trend al ribasso avviatosi nel 2007.
Siamo dunque dinanzi a un importante bivio: le leggi stesse del mercato stanno premiando la Green Economy e in particolare il Fotovoltaico, finora sostenuto essenzialmente da una politica di incentivazione pubblica; tra pochi anni assisteremo probabilmente ad un sorpasso tra “leve di traino” che vedrà l’incentivo (spesso tardivo e insufficiente) superato dalla convenienza economica, di un business finalmente ad alto ROI.
Certo, grid parity e sostegno fiscale non guastano, nonostante ci aspetti a medio termine (3-5 anni) uno scenario di mercato in cui i costi di produzione dell’energia pulita risulteranno davvero competitivi rispetto a quelli delle fonti tradizionali.
Le dinamiche evolutive ci portano anche verso una nuova frontiera, da molte economie nazionali già perseguita con convinzione: la generazione dei green collar. In altre parole, tanti nuovi posti di lavoro in più. Su 230mila addetti nella filiera del Fotovoltaico (1,5 milioni nel 2015, secondo le stime) in Italia sono circa 10mila (fonte Ires/Cgil), quasi il doppio del 2009, a conferma di un buon trend si sviluppo.
E non è poco in un panorama ancora così in chiaroscuro come quello dell’economia post(?)-crisi…