Tratto dallo speciale:

Impianti eolici e incentivi

di Alessia Valentini

30 Marzo 2010 10:00

logo PMI+ logo PMI+
Tutti gli incentivi per l'Eolico in Italia: piccoli e grandi impianti come strumenti di risparmio ma anche di business

Per le Pmi, realizzare un piccolo impianto eolico può diventare fonte di guadagno, grazie alle recenti novità introdotte nel sistema degli incentivi. L’Italia, oltretutto, è geograficamente favorita con numerosi siti idonei lungo il crinale appenninico oltre i 600m sul livello del mare e lungo le zone costiere.

Un tipico impianto eolico è costituito da un insieme di generatori interconnessi da un cavo interrato, e per ciascuno è presente una cabina-stazione di consegna, connesso alla rete elettrica nazionale.

Gli impianti si distinguono in relazione alla potenza nominale e possono essere di taglia media (sviluppando tra 600 e 900 kW), o grande (sviluppando oltre1 MW).

I grandi impianti sono di potenza superiore a 20 KW, “officine elettriche” assimilabili a vere e proprie centrali la cui realizzazione è sottoposta a un processo autorizzativo lungo e complesso, che coinvolge diversi soggetti pubblici perché vengono realizzati per rivendere l’elettricità prodotta. Solitamente sono realizzati da imprese, società private e consorzi (anche di Pmi).

I mini impianti eolici (mini-wind) sviluppano invece potenze fra 1-1,5 Kw e 20 KW, e sono realizzabili anche da privati o piccole società, per soddisfare il proprio fabbisogno energetico ed eventualmente rivendere parte dell’energia che producono.

Hanno un costo sostenibile, compreso fra poche migliaia a qualche decina di migliaia di euro e non prevedono un procedimento autorizzativo complicato perché sono classificati come impianti tecnologici: normalmente basta una semplice denuncia di inizio attività da presentare al Comune di residenza.

Nonostante a parità di kW installati costino meno di un impianto fotovoltaico, i mini-impianti eolici hanno avuto poca fortuna per la mancanza di agevolazioni fiscali incentivanti come quelle per gli impianti fotovoltaici. Anche i grandi impianti sono pochi a causa del complesso iter autorizzativo e dell’ingente investimento economico, per quanto la Finanziaria 2008 abbia contribuito a invertire la tendenza.

L’ultimo Rapporto del Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) in collaborazione con la società TERNA, evidenzia come lo sfruttamento dell’energia eolica presenti valori medio-alti, con un incremento del 30% dal 2007 al 2008. Attualmente, in Italia sono presenti 242 impianti eolici distribuiti maggiormente al Sud per un totale di 3.538 MW prodotti. Alla Puglia spetta il primato di produzione, con la quota del 27% e insieme alla Sicilia è responsabile di quasi il 50% dell’intera produzione italiana. Seguono Campania e Sardegna, rispettivamente con il 20,4% e il 12,7%. Il Nord è grande assente, per limitate quantità di impianti e a causa delle dimensioni contenute di quelli installati.

Con la Finanziaria 2008 è stato introdotto in Italia l’incentivo Conto Energia per impianti eolici, con tariffa unica (vantaggiosa) di 0,30 €/kWh fino a 200 kW, garantita per 15 anni a patto che l’impianto abbia ottenuto dal GSE la Qualifica IAFR (Impianti Alimentati a Fonti Rinnovabili).

Usufruendo, inoltre, del servizio di scambio sul posto (Del. AEEG n. 74/08), l’energia prodotta dall’impianto può essere utilizzata per la propria utenza, abbattendo totalmente il costo della bolletta elettrica: in pratica, l’energia in eccesso rispetto ai consumi viene immessa in rete e costituisce un credito per successivi prelievi, come se fosse un magazzino.

Possono proporre istanza al GSE coloro che posseggono disponibilità o titolarità di uno o più impianti:

  • alimentati da fonti rinnovabili di potenza fino a 20 kW;
  • alimentati da fonti rinnovabili di potenza fino a 200 kW (se entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2007);
  • di cogenerazione ad alto rendimento di potenza fino a 200 kW.

Questo sistema continuerà ad essere garantito anche dopo il termine dei 15 anni del conto energia, garantendo all’utente l’abbattimento della bolletta elettrica per sempre, ma a differenza del fotovoltaico, i due tipi di incentivi non si possono sommare.

I grandi impianti eolici, con potenze dell’ordine di MW, sono incentivati in Italia tramite i Certificati verdi: un meccanismo di obblighi per i produttori da fonti fossili, combinato con benefici offerti ai produttori da fonti rinnovabili.

I produttori da fonti fossili devono trasformare annualmente una percentuale della loro produzione da fossile a rinnovabile. Se non lo fanno, o lo fanno parzialmente, devono a comprare dai produttori di energie da fonti rinnovabili tanti Certificati Verdi in quantità corrispondente alla quota non trasformata e consegnarla al Gestore. Ai produttori di energia da fonti rinnovabili invece viene concesso un certificato verde per ogni MW prodotto che possono rivendere ai produttori da fonti fossili traendone guadagno.

Possono accedere ai Certificati Verdi solo gli impianti collegati alla rete elettrica con potenza non inferiore a 1 kW e quelli che hanno ottenuto la Qualifica di IAFR. I certificati possono essere richiesti:

  • a consuntivo, per l’energia elettrica prodotta nell’anno precedente,
  • a preventivo, per l’energia elettrica che si ipotizza di produrre nell’anno in corso o nell’anno successivo.

Il Decreto Rinnovabili (in vigore dal gennaio 2009) prevede due modifiche alla emissione dei Certificati a preventivo.

La prima è che, per impianti non ancora in esercizio, si deve presentare una domanda corredata da coerente piano di realizzazione e garanzie a favore del GSE (in termini di energia prodotta da altri impianti già in esercizio, o in termini economici sotto forma di fideiussione bancaria escutibile a prima richiesta a favore del GSE, commisurata al prezzo … per un uguale ammontare di certificati verdi.

La seconda è che, dal 30 giugno 2009, per impianti già entrati in esercizio si deve presentare una garanzia a favore del GSE, o in termini di energia a valere sulla produzione di altri impianti qualificati già in esercizio o in termini economici sotto forma di fideiussione bancaria escutibile a prima richiesta a favore del GSE, commisurata al prezzo.

Sul sito del Gestore sono pubblicate le nuove modalità per la richiesta di certificati verdi a preventivo per l ‘ anno 2010.

Il prezzo dei certificati verdi sarebbe oggetto di libera contrattazione sul mercato, ma nella pratica operativa si fa riferimento al prezzo “offerto” anno per anno dal Gestore che equivale al valore di riferimento, detratto il valore medio annuo del prezzo dell’energia comunicato dall ‘ Autorità per quell ‘ anno. Ad esempio per il 2009 il prezzo è stato calcolato a 88,66 €/MWh, IVA esclusa, come differenza fra il valore di riferimento, stabilito dalla Finanziaria 2008, pari a 180,00 €/MWh, e il valore medio annuo del prezzo di cessione dell’energia elettrica, pari a 91,34 €/MWh. Il valore di riferimento può essere aggiornato ogni tre anni.

Ogni anno il GSE compra i Certificati Verdi in esubero ad un prezzo pari al prezzo medio riconosciuto nell’anno precedente e registrato dal Gestore del Mercato Elettrico.

Per gli impianti entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2008, i Certificati Verdi non sono cumulabili con altre forme di contributo o incentivazione locale, regionale, nazionale o europei, mentre per quelli entrati in esercizio prima del 31 dicembre 2008, i Certificati Verdi risultano cumulabili con qualsiasi altro tipo di incentivo pubblico.

Infine per gli impianti di qualunque potenza che producano energia elettrica da fonti rinnovabili (compreso l’eolico) è possibile usufruire del servizio “ritiro dedicato GSE”, modalità semplificata a disposizione dei produttori per la vendita al GSE dell’energia elettrica immessa in rete, in alternativa ai contratti billaterali o alla vendita diretta in borsa.

Sul sito del GSE è possibile consultare la Guida Operativa corredata da istruzioni di dettaglio per la presentazione dell’istanza e della successiva stipula della convenzione. La disciplina normativa del ritiro dedicato è la Deliberazione AEEG n. 280/07.