Firmato oggi il nuovo accordo post-moratoria dei debiti delle Pmi, per concedere credito bancario alle piccole e medie imprese a cui vengono congelate le rate di mutui e leasing. Presenti il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
Confermati i sei mesi di proroga (fino al 31 luglio 2011) per la misura e la possibilità di allungamento a 3 anni per i debiti residui delle imprese che ne hanno già usufruito in precedenza (190.000 aziende, per un totale di 56 miliardi di euro) purché sane.
Sì anche alla copertura di rischio tasso: se c’è la copertura del fondo di garanzia, il tasso resterà sempre lo stesso.
Confindustria ha espresso soddisfazione per l’accordo, siglato insieme a Governo, ABI e associazioni di categoria: «aiuterà le imprese a uscire dalla crisi in un momento molto delicato come questo» ha dichiarato Emma Marcegaglia.
Soddisfatto anche il presidente ABI, Giuseppe Mussari: «la prima moratoria serviva soprattutto per guadagnare tempo», mentre la seconda è nata dalla consapevolezza che c’erano altre realtà che ne avevano bisogno.
Lo conferma anche l’indagine Coldiretti presentata in attesa della firma odierna: il 71% degli italiani ritiene che il contributo maggiore alla ripresa del Paese possa venire solo dall’imprenditoria locale e non dai grandi gruppi (45% dei consensi).
«Con la nuova moratoria dei debiti si evita il crac per 25mila piccole e medie imprese agricole», spiega anche la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori). «L’allungamento da due a tre anni dei tempi di ammortamento del debito per le imprese che hanno avuto accesso alla precedente moratoria – ha dichiara il presidente Giuseppe Politi – fornisce ulteriore ossigeno finanziario a chi è ancora in difficoltà . Mentre la proroga di sei mesi per i nuovi finanziamenti è destinato alle Pmi che non hanno richiesto in passato le agevolazioni, (l’allungamento, n.d.r.) è un aiuto importante per quelle aziende che hanno superato la fase più acuta della crisi e ora vogliono riprendere il percorso di sviluppo, agganciando la ripresa».
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