Le piccole e medie imprese italiane sono tra le più attive (49%) in Europa in quanto a partecipazione agli appalti pubblici per l’innovazione, con una percentuale superiore alla media UE (39%). Lo rivela l’indagine conoscitiva “Appalti pubblici per l’innovazione” commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico all’IPI.
Dallo studio si evince dunque una maggiore incidenza delle imprese medio-piccole ai bandi di gara per progetti pubblici innovativi, a conferma di una priorità riservata agli investimenti innovativi come leva della crescita.
In Italia, la domanda pubblica a scopi di innovazione è risultata pari al 14,08% del PIL – in salita rispetto ai precedenti dati del 2004 (11%) – nonostante un’attenzione scarsa da parte delle istituzioni, e riguarda soprattutto appalti green e progetti di e-Procurement.
Dall’indagine emerge anche un potenziale ricorso agli appalti pubblici come strumento di ripresa industriale del Paese, con una strategia globale che passa per la Green Economy, con la conseguente creazione di nuovi enti ad hoc, nuove competenze e nuovi posti di lavoro.
Ecco perchè è necessario che il Governo rinnovi il proprio impegno ad investire in progetti pubblici di innovazione a medio e lungo termine che coinvolgano le imprese, sulla scia della strategia UE “Lead Market Initiative” (LMI) volti a stimolare l’investimento innovativo in settori chiave come Tessile, Edilizia, riciclo e riuso dei materiali, prodotti biologici e energie rinnovabili.
Di fatto, la strategia di sviluppo nazionale “Industria 2015? contempla anche il rilancio degli appalti pubblici per fini di innovazione, nel più vasto quadro dei Progetti di Innovazione Industriale (PII). Allo stesso tempo, il bando POI “Energie rinnovabili e risparmio energetico” mira a promuovere gli investimenti nelle fonti rinnovabili coinvolgendo le Pmi nel processo di rinnovamento produttivo, facilitandone l’accesso ai bandi e agli appalti tramite l’applicazione della norma di recepimento in Italia dello Small Business Act.