Senza mezzi termini, il Commissario all’Industria Antonio Tajani ha espresso in sede UE a Bruxelles l’enorme disagio delle Pmi italiane, vessate dalla crisi e penalizzate dalle banche: ad un’impresa su cinque è negato il prestito bancario richiesto e l’83% delle banche ha mantenuto inalterati i consueti rigidi standard creditizi.
Sono i dati di aprile 2010 della stessa Commissione UE e della Banca Centrale Europea a confermarlo.
«Le condizioni di credito applicate dalle banche sono ancora restrittive, ha dichiarato Tajani, proponendo di fare del Forum sulla Finanza per le Piccole e medie imprese una sede di incontro e dialogo preferenziale per sostenere le istante delle Pmi dinanzi alle istituzioni finanziarie.
Il punto centrale è capire che il calo della domanda di prestiti – oltre che le concessioni – non è che la cartina al tornasole della crisi della produttività: non si chiedono prestiti perchè non si hanno le basi per fare business.
Dinanzi a questo scenario, i prestiti bancari non solo non vanno negati ma, anzi, vanno incentivati in tutti modi e finanche “pubblicizzati”, come traino forte e stabile alla ripresa economica, che necessariamente passa per un solido ritorno agli investimenti.
L’alternativa è lo stallo tecnico dell’economia, ossia il blocco dell’intero sistema economico.