Nella DSU 2024 precompilata per ottenere l’ISEE 2024 l’INPS ha tenuto conto dei titoli di stato su cui ho investito. Ho dunque chiesto il motivo ad un operatore, secondo cui l’esenzione sarà considerata soltanto nel 2026 prendendo a riferimento i redditi 2024. E’ corretto?
In realtà non bisogna aspettare il 2026, ma un provvedimento attuativo che modifichi il Regolamento ISEE. Lo ha chiarito l’INPS con messaggio 165/2023, dopo aver interpellato il Ministero del Lavoro.
Prevedibilmente, a quel punto rileveranno i Titoli di Stato indicati nella dichiarazione dei redditi dei due anni precedenti, come da Regolamento ISEE. Ma per il momento, prosegue l’INPS, permane l’obbligo di indicare tutti i rapporti finanziari posseduti al 31 dicembre 2022 dai soggetti appartenenti al nucleo familiare.
Il punto, spiega l’Istituto di Previdenza, è che l’entrata in vigore della disposizione che consente di escludere dall’ISEE i titoli di Stato (BOT, BTP, CTS, ecc.) e i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato (come i prodotti di raccolta del risparmio postale, ad esempio i Buoni Fruttiferi Postali – BFP), non è immediata, ma subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento recante la disciplina dell’ISEE (il DPCM 159 del 2013).
Questo, in applicazione di quanto previsto dalla formulazione della Manovra 2024.
Il comma 183 della Legge di Bilancio (legge 213/2023) esclude infatti dall’ISEE, fino al valore complessivo di 50mila euro, i titoli di Stato e i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato, ma il successivo comma 184 condiziona l’attuazione di questa disposizione all’aggiornamento del Regolamento ISEE. Di conseguenza per il momento non si applica.
Quando il Dpcm 159/2023 sarà modificato di conseguenza, saranno diramate istruzioni più precise sull’applicabilità della disposizione.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz