PMI protagoniste dall’edizione 2013 della Giornata Mondiale del Risparmio: a margine della consueta analisi IPSOS-ACRI (Fondazioni e Casse di Risparmio), il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è rivolto alle banche italiane affinchè rafforzino «tutte le azioni di sostegno all’economia», a partire «da una adeguata espansione dei finanziamenti alle imprese, in particolare piccole e medie, in un più solido quadro di stabilità del sistema finanziario e di efficace tutela dei risparmiatori».
Credito alle PMI
Un appello per il sostegno bancario alle PMI messo nero su bianco e indirizzato da Napolitano, sotto il cui Alto Patronato si è celebrata la Giornata del Risparmio, al presidente ACRI Giuseppe Guzzetti. In pratica, in presenza dei «primi e incerti segnali di ripresa», è necessario che le banche mettano le imprese nelle condizioni di assumere e investire in ricerca e sviluppo per crescere.Napolitano inquadra l’esigenza di sostenere il sistema produttivo nell’attuale momento di crisi da una parte e di rafforzamento dell’Ue dall’altro: «un contributo essenziale alla ripresa produttiva può essere offerto da un deciso progresso nel percorso di completamento dell’Unione economica e monetaria europea, di cui l’Unione bancaria costituisce elemento fondamentale. In vista di questo obiettivo, si impongono innovazioni ed adattamenti di sistema che, per quanto onerosi, recano in sè i presupposti di una maggiore competitività e grandi potenzialità di sviluppo per il sistema bancario e l’economia dell’intero Paese».
Propensione al risparmio
L’edizione 2013 è dedicata al “Risparmio volano della ripresa produttiva». Il 91% dei risparmiatori italiani ritiene che ci vogliano ancora 3-4 anni per uscire dalla crisi, mantenendo prudenziale l’atteggiamento nei confronti del risparmio: rispetto al 2009 sono più che dimezzati quelli che associano il risparmio all’economia finanziaria (dal 29% al 14%), mentre sono cresciuti dal 60% all’82% quelli che lo associano all’economia reale.
La propensione al risparmio di famiglie e imprese è ancora condizionata dalla crisi, che ha colpito indirettamente il 40% degli Italiani – perdita del posto (29%), peggioramento delle condizioni di lavoro (15%), retribuzioni irregolari (3%), precarietà (4%) – e direttamente il 30% (dal 26% del 2012): il 24% lavoratori nei ruoli direttivi (dirigenti, manager, professionisti, imprenditori) ha subito un peggioramento (dal 20% del 2012) e solo l’1% ha migliorato la propria situazione. I dipendenti la situazione sembra in fase di miglioramento: il 27% manitiene il proprio tenore di vita (dal 21% del 2012), mentre scendono di cinque punti, dal 25% al 20%, i dipendenti in difficoltà. Resta difficile la situazione dei disoccupati e peggiora quella dei pensionati, che sperimentano difficoltà nel 68% dei casi contro il 65% del 2012.
Che fine fa il Risparmio?
Esiste un sentiment diffuso in base al quale le banche devono svolgere primariamente il ruolo di intermediario tra risparmio dei cittadini e finanziamento delle imprese, ed in seconda battuta fornire sostegno al reddito delle famiglie:
- il 61% ritiene il risparmio fondamentale per sbloccare le assunzioni nelle imprese (il 36% nel 2011)
- il 46% pensa sia soprattutto utile a incentivare gli investimenti in innovazione (il 33% nel 2011)
- il 42% reputa che sia strategico in primis per erogare finanziamenti alle imprese (il 24% nel 2011).
Quando però si chiede ai risparmiatori come credono che vengano impiegati i loro soldi, le risposte cambiano: il 29% ritiene che servano a finanziare lo Stato, il 15% le imprese, un altro 15% le famiglie e un 18% pensa che il sistema bancario italiano finanzi Stati, imprese o famiglie estere (es.: Grecia o Irlanda). Fonte: il sondaggio Acri-Ipsos dell’89esima Giornata del Risparmio.