Le attuali fluttuazioni di mercato rendono la vita difficile agli investitori e risparmiatori. Le tensioni sullo spread e la crisi della moneta unica creano incertezza anche tra gli esperti e lo scenario europeo offre ulteriori occasioni speculative.
Ecco un breve vademecum per un’estate anti-spread ricordando che, quando i mercati finanziari sono instabili la parola d’ordine resta prudenza.
Conti correnti e conti deposito
I conti deposito rappresentano una soluzione senza rischi per far fruttare il capitale. Mentre i normali conti correnti offrono rendimenti minimi, i conti deposito promettono rendimenti più alti che recuperano l’inflazione, sono a zero spese e tassati al 20%. Pur avendo clausole temporali che vincolano il capitale investito, spesso prevedono formule molto flessibili.
Così come i conti correnti, anche i conti deposito sono coperti da Fondo Interbancario di tutela dei depositi, che garantisce (anche in caso di fallimento della banca) fino a 100mila euro per ciascun depositante: significa che un conto da 200mila euro cointestato, offre una garanzia di 100mila euro per ciascun firmatario. La condizione è che i titolari non abbiano altri conti intestati nello stesso istituto.
Titoli di stato
Sono un altro investimento sicuro per eccellenza, anche se oggi fanno paura agli investitori: l’unico rischio è l’insolvenza dello Stato stesso: in parole semplici, l’unico rischio per chi possiede Bot e Btp è rappresentato dal default dell’Italia.
Il problema sono semmai i rendimenti. In genere la strategia prevede che in tempi di maggior volatilità si debbano preferire le scadenze brevi. Nello scenario attuale molti esperti ritengono che ci siano buone occasioni anche sulle scadenze medie o lunghe, che offrono rendimenti più alti.
Il problema è che i titoli di stato a lungo termine sono quelli più soggetti a oscillazioni di mercato, e questo significa un rischio difficilmente prevedibile. Molto dipende dalla possibilità che l’investitore ha di tenersi i titoli fino a scadenza o meno: nel caso in cui li dovesse vendere prima (e parlando di scadenze a cinque o dieci anni può non essere semplice stabilirlo), l’investitore si espone, appunto, a un rischio sul fronte del rendimento.
Ci sono titoli, come i Btp Italia o i Btp legati all’inflazione europea, che proteggono dall’inflazione: le scadenze per i Btp Italia, sono al 2016, quindi anche qui bisogna fare i conti con quanto si spende al momento dell’acquisto (effettuando l’operazione sul mercato secondario).
Azioni e obbligazioni
Qui il momento di mercato è difficilissimo, e quindi il consiglio è sempre quello di rivolgersi agli esperti. Tendenzialmente, i momenti di grosse tensioni, come l’attuale, sono quelli in cui la cosa migliore da fare è non muoversi, in considerazione di fatto che le altalene sono difficilmente prevedibili.
Risparmio gestito
Anche qui il momento rende estremamente difficili gli investimenti. Bisogna sempre valutare il rischio, oltre al rendimento. La crisi sta pesando molto sul settore: secondo gli ultimi dati di Assogestioni, i primi sei mesi dell’anno hanno visto una fuga dai fondi. In giugno la raccolta netta totale è stata negativa per 4,6 miliardi (in discesa dai -1,15 miliardi di maggio) portando i deflussi dei primi sei mesi dell’anno a 10,1 miliardi. A giugno hanno tenuto solo gli obbligazionari, con una raccolta positiva per 498 milioni di euro (comunque in calo rispetto agli 851 milioni di maggio.
Mattone
E’ considerato uno dei beni rifugio per eccellenza, e per chi ha grossa liquidità da investire e può permettersi di non fare il mutuo o di farlo per una cifra molto bassa può ad esempio essere un momento buono per acquistare la prima casa. Diverso il discorso per chi invece pensa a un diverso tipo di investimento immobiliare, per esempio a una casa da dare in affitto: fra Imu, Irpef, inflazione non è un momento semplicissimo.