L’esordio del Btp Italia è stato un successo oltre le aspettative: la domanda per il nuovo titolo di stato indicizzato all’inflazione che si rivolge in particolare al pubblico dei piccoli risparmiatori ha superato i sette miliardi di euro. Per la precisione, ha toccato quota 7,29 miliardi, davanti a stime del Tesoro dai due ai cinque miliardi. È stato il più elevato collocamento di un singolo Btp di sempre.
Un altro dato rilevante riguarda la composizione della domanda. Come è noto, il Btp Italia è un titolo di stato pensato per il pubblico retail, ovvero per il piccolo risparmiatore, per quelli che una volta venivano chiamati “Bot people“. Ebbene, la domanda per l’80% è arrivata proprio dal settore del piccolo risparmio.
Il collocamento è durato quattro giorni, dal 19 al 22 marzo, e per la prima volta il risparmiatore ha potuto fare l’acquisto online, che rappresenta una delle caratteristiche peculiari del Btp Italia.
Btp Italia
Il rendimento reale del titolo, che scade fra quattro anni, nel 2016, è fissato al 2,45%. Significa che è questo il rendimento a cui hanno acquistato il titolo i risparmiatori che hanno aderito all’asta del Tesoro.
A questo 2,45% bisogna poi aggiungere l’inflazione italiana, a cui il Btp Italia è indicizzato, e c’è il premio fedeltà per chi tiene il titolo fino alla scadenza, pari allo 0,4%. Gli interessi vengono comunque riconosciuti semestralmente con pagamento di apposita cedola.
E dal 26 marzo, il Btp Italia sarà negoziato anche sul mercato secondario, ovvero sul Mot di Borsa Italiana. Naturalmente, il prezzo sul Mot sarà determinato dalla fisiologica legge del mercato, il rapporto fra domanda e offerta.
Questa è stata la prima operazione di collocamento del Btp Italia, ma il Tesoro prevede nuove emissioni anche nel corso di questo 2012. Non si esclude che ci possa essere un’altra operazione prima dell’estate.
Può essere interessante fare un po’ di calcoli per vedere rispetto a quali prodotti finanziari rivolti al retail questo titolo può essere conveniente e quando invece non lo è.
Investimenti a basso rischio
Innanzitutto, il Btp Italia va paragonato a investimenti a rischio basso, come in generale si possono considerare tutti i titoli di stato italiani e in generale di Paesi solidi. Nei decenni scorsi alcuni avevano in portafoglio i bond argentini il cui rischio era invece legato ai titoli di stato di Paesi meno sicuri.
Il problema, con i titoli di stato, in genere è rappresentato dal fatto che sono molto poco remunerativi, nel senso che non riescono a incamerare nemmeno l’inflazione. Negli anni ’80, il rendimento dei Bot era a due cifre, ma bisogna ricordare che in quel periodo in relatà anche l’indice dei prezzi al consumo aveva ben altre oscillazioni rispetto ad oggi.
Ed è questo il reale punto a favore del Btp Italia dal punto di vista del piccolo risparmiatore: il capitale è protetto dall’inflazione. L’unico caso in cui potrebbero risultare convenienti altri titoli di stato, è quello di deflazione.
Fondi d’investimento
I prodotti finanziari adatti al risparmio delle famiglie, come i fondi di investimento, negli ultimi anni non sono riusciti a rappresentare un approdo sicuro, le oscillazioni di mercato di fatto ha reso molto difficile non solo la redditività, ma in molti casi anche la protezione del capitale stesso.
Conti deposito
Facendo un po’ di calcoli, il Btp Italia risulta conveniente anche rispetto ai conti deposito. Se si ipotizza per i prossimi quattro anni (questa è la durata del Btp Italia) un tasso di inflazione medio intorno al 2% (si tratta con ogni probabilità di una stima per difetto), il titolo garantisce un rendimento del 4,45%. Se si alza l’asticella dell’inflazione, ad esempio al 2,3%, il rendimento annuale si eleva al 4,75%. Questo, senza considerare il calcolo finanziario degli interessi anticipati e, per chi tiene il titolo fino alla scadenza, il premio fedeltà.
In realtà, in genere il rendimento offerto sui conti deposito è superiore al 5% (dipende naturalmente dai diversi prodotti offerti dalle banche). Però c’è da calcolare il diverso regime fiscale: sui conti deposito la tassa è al 20%, sui titoli di stato al 12,5%. Da questo 2012, sui conti deposito bisogna prevedere anche il bollo pari allo 0,1%, come previsto dal decreto fiscale (anche se spesso questo balzello se lo accollano le banche).
Comunque, si può dire che tenendo conto di tutti questi fattori, al momento il Btp Italia vinca in termini di rendimento sui conti deposito. Ma bisogna considerare che la rivalutazione dei conti deposito è certa, mentre il calcolo sul Btp Italia dipende fortemente dalla variabile inflazione.