Quando si tratta di scegliere un prodotto di risparmio gestito come un fondo di investimento, una delle prime cose che si guardano sono le performance: si tratta di un atteggiamento corretto, il rendimento è infatti un indicatore fondamentale, ma bisogna fare attenzione a non considerare solo l’andamento dell’anno precedente.
E comunque, per valutare un fondo di investimento, meglio guardare sempre anche il margine di volatilità, e quindi di rischio, possibilmente su un ampio periodo di tempo.
A dimostrare che la performance di un solo anno non è sufficiente per una valutazione attenta le analisi di Morningstar Direct a livello europeo sui settori che sono andati meglio negli ultimi anni.
I risultati del 2010 sono molto diversi da quelli del 2011, il che significa che per ipotesi chi nel 2011 ha orientato le proprie scelte di investimento sull’andamento del 2010 non ha fatto la scelta migliore. Si tratta di un elemento importante, perché spesso i consulenti finanziari sono i primi, quando si tratta di consigliare un prodotto, a presentare come riferimento le performance dei 12 mesi precedenti.
Investimenti obbligazionari
Per esempio, qualcuno potrebbe essere tentato di puntare in questo momento sugli obbligazionari legati all’inflazione, che nel 2011 sono andati molto bene. Secondo l’analisi Morningstar, effettuata a livello europeo, gli obbligazionari inflation linked GBP (inglesi) nel 2011 hanno reso il 22,13%, gli obbligazionari governativi GBP il 18,89%, gli obbligazionari inflation linekd USD (statunitensi) il 15,7%.
Anche la Svezia ha riservato soddisfazioni agli investitori che hanno puntato sugli obbligazionari inflation linked SEK, che hanno guadagnato il 13,31%. Seguono, nella tabella dei rendimenti, gli obbligazionari diversificati GBP, +11,97%, gli obbligazionari governativi USD, +10,36%, gli obbligazionari globali islamici, +9,84%, gli obbligazionari diversificati USD, 8,36%, gli obbligazionari giapponesi, +8,1%, e infine gli obbligazionari GBP, che hanno reso l’8,04%.
Valutare un prodotto finanziario
Premesso che l’andamento è un buon indicatore per valutare un prodotto finanziario, il punto è che un anno è un arco temporale che certamente rappresenta un utile indicazione, ma non è neanche lontanamente sufficiente a una valutazione completa.
A dimostrarlo, le 10 categorie che hanno performato meglio nel 2010: in questo caso, i protagonisti sono le commodities e i mercati emergenti: al primo posto materie prime-agricoltura, con un rendimento del 77,78%, seguite da azionari Thailandia (67,94), e azionari Indonesia, (57,43%). Performance superiori al 50% anche per azionari settore metalli preziosi e materie prime-grano.
Nella top ten 2010, con rendimento superiori al 40%, anche azionari small cap Sudafrica e Namibia, materie prime-metalli preziosi, azionari Svezia small cap, azionari Malesia e azionari Asia Pacifico.
Si tratta di prodotti che nel 2011 hanno avuto un andamento diverso, in alcuni casi hanno registrato perdite (il 2011 ad esempio, non è stato positivo per i mercati emergenti, che come si vede avevano invece dato ottime soddisfazione nel 2010).
E provando a incrociare altri dati, si vede ad esempio che, fra gli obbligazionari legati all’inflazione, gli inflation linked GBP (che come visto nel corso del 2011 hanno reso il 22,13%) dall’inizio di questo 2012 all’8 febbraio hanno invece registrato una lieve perdita. Analizzandoli nell’arco degli ultimi tre mesi, il guadagno è intorno al 6,5%. Provando invece ad allargare l’orizzonte temporale, nei 5 anni il guadagno si riduce visibilmente, intorno al 3,9%.
Al di là delle cifre, il senso è che un prodotto come il fondo di investimento va sempre valutato prendendo in considerazione un lungo periodo.
Secondo i dati di Morningstar Direct, ad esempio, il rendimento migliore negli ultimi 10 anni spetta ai fondi della categoria azionari Indonesia, che hanno guadagnato il 26,95%. In generale, la top ten dei rendimenti a 10 anni per settori è dominata dagli azionari sui mercati emergenti (ci sono ache gli azionari sui metalli preziosi).
Ma attenzione: anche questo è un dato che, da solo, non basta per individuare un buon investimento. Innanzitutto, bisogna valutare, con l’ausilio del proprio consulente, le prospettive che un settore ha nel futuro: è l’operazione più difficile, naturalmente, ma in presenza di un settore che è andato particolarmente bene in tempi recenti bisogna sempre chiedersi se il margine di rendimento si è esaurito.
Il fattore rischio
E comunque la regola d’oro che l’investitore, piccolo risparmiatore in primis, deve sempre tener presente è quella relativa al rischio che è disposto a correre. Perché, per tornare agli esempi sopra citati, gli obbligazionari legati ai paesi emergenti in genere hanno un indice di volatilità alto, quindi sono prodotti adatti a chi è disposto a prendersi un alto rischio.
Chi invece vuole puntare su prodotti più sicuri, deve sempre prestare attenzione agli indici di volatilità. Certo, nella maggior parte dei casi a un basso rischio corrispondono rendimento non certo a due cifre. Può essere utile cercare prodotti con profili di rischio bassi e rendimenti che, nel medio-lungo periodo, abbiano dato rendimenti almeno migliori dell’inflazione.