Un emendamento salva risparmiatori nella Legge di Stabilità che tutela gli obbligazionisti coinvolti nel salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti: è previsto un fondo di solidarietà da 100 milioni di euro, con rimborsi stabiliti caso per caso da un collegio di arbitri; un successivo decreto del ministero dell’Economia stabilirà le modalità di presentazione delle domande i criteri di erogazione. Dunque, una sorta di risarcimento per le vittime della crisi dei quattro istituti di credito commissariati fra il 2013 e il 2015 e su cui l’Esecutivo è intervenuto con il cosiddetto decreto salva-banche del 22 novembre, che tuttavia non ha impedito agli azionisti e a coloro che avevano acquistato obbligazioni subordinate di perdere l’intero patrimonio investito.
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Ma gli obbligazionisti erano davvero al corrente del rischio legato all’investimento che stavano effettuando? Ci sono forti perplessità in merito, che trovano conferma nelle parole del Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione alla Camera:
«non si può escludere che le quattro banche abbiano venduto obbligazioni subordinate a persone che presentavano un profilo di rischio incompatibile con la natura di questi titoli di investimento, ma questo è quanto andrebbe accertato con l’analisi di ogni singola posizione».
Le vittime
Secondo un comunicato congiunto delle quattro banche oggetto del salvataggio, i risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni subordinate sono circa 12.500 per un controvalore di circa 431 milioni di capitale. I casi più esposti sono stimati, in 1.010 risparmiatori, per un controvalore di obbligazioni è pari a 27 milioni di euro. Il controvalore complessivo delle obbligazioni è pari a 788 milioni di euro. Significa che la dotazione del fondo basta a coprire il 13% delle perdite.
I rimborsi
Il Fondo può arrivare a un massimo di 100 milioni di euro ed è alimentato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (in pratica, è finanziato dal sistema bancario). In base all’emendamento salva risparmiatori saranno verificate le singole posizioni di chi ha perso l’investimento in obbligazioni subordinate. Il decreto fissa i requisiti di selezione dei risparmiatori che prioritariamente hanno diritto al rimborso. Fra questi criteri:
«responsabilità per violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza previsti dal testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria».
Ci saranno quindi risparmiatori che avranno diritto a risarcimenti di maggior entità e altri che si vedranno restituire somme minori. Sarà un organismo imparziale a fornire le singole valutazioni. Gli arbitri saranno scelti dalla presidenza del Consiglio fra persone di «comprovata imparzialità, indipendenza, professionalità e onorabilità».
Il decreto salva banche
A pochi giorni dall’entrata in vigore del bail-in, il decreto salva banche – anch’esso confluito nella Legge di Stabilità – è intervenuto con un fondo da 3,6 miliardi di euro finanziato dal sistema bancario, mettendo al sicuro correntisti e obbligazionisti tranne quelli che avevano i titoli subordinati. In termini tecnici, dal 23 novembre sono state istituite quattro nuove banche – Nuova Cassa di risparmio di Ferrara, Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio, Nuova Cassa di risparmio di Chieti – che proseguono l’attività dei quattro istituti salvati, disponendo del loro attivo ad esclusione dei crediti in sofferenza, trasferiti a una bad bank.
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L’alternativa al salvataggio, secondo il Ministro, sarebbe stata la messa in liquidazione, procedura che:
«avrebbe comportato la vendita di tutte le attività e la distribuzione degli eventuali proventi, e il numero di persone destinate a subire un danno patrimoniale sarebbe stato certamente di diversi ordini di grandezza superiore rispetto ai 12mila 500 obbligazionisti».
Fonti: emendamento salva risparmiatori