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Mutui casa: mercato di nuovo conveniente ma predomina il tasso fisso

di Anna Fabi

5 Dicembre 2024 09:51

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Mercato dei mutui casa in crescita in Italia: nel corso dell'anno, meno surroghe e più richieste per acquisto immobiliare, quasi tutte con tasso fisso.

Il mercato dei mutui casa in Italia sta lentamente tornando alla normalità, mostrando un andamento positivo nel corso dell’anno ed un graduale abbassamento dei tassi, con tendenze ben definite anche per quanto riguarda le le condizioni offerte e le preferenze dei richiedenti: in particolare, si registra un costante incremento delle richieste di acquisto di immobili e una netta preferenza per i mutui a tasso fisso.

In questo articolo analizziamo i principali trend emersi e quelli che si possono stimare per il 2025, supportati dai dati CRIF (Bussola Mutui) e dell’Agenzia delle Entrate (Osservatorio del Mercato Immobiliare).

Mercato immobiliare in ripresa

I dati dell’Agenzia delle Entrate relativi al secondo trimestre del 2024 indicano una crescita dell’1,2% nel numero di compravendite residenziali. La percentuale di operazioni assistite da mutuo è salita al 41,4%, rispetto al 40,2% dello stesso trimestre dell’anno precedente.

Andamento delle richieste di mutuo

I dati evidenziano un mercato dei mutui in evoluzione, con una crescente preferenza per il tasso fisso e una maggiore partecipazione dei giovani, sostenuta da condizioni economiche leggermente più favorevoli.

Nel terzo trimestre del 2024, le richieste di mutui per l’acquisto di immobili (prima e seconda casa) hanno rappresentato il 54% del totale delle domande sul canale online, in aumento rispetto al 51% del secondo trimestre. Al contrario, le richieste di mutui con finalità di surroga sono diminuite dal 43% nel primo trimestre al 40% nel terzo trimestre.

Preferenze tra tasso fisso e variabile

Il tasso fisso continua a dominare le preferenze dei richiedenti, rappresentando il 99% delle scelte nel terzo trimestre del 2024, in linea con il trimestre precedente. Questo trend è attribuibile alla differenza tra gli indici IRS e Euribor, con i primi che rimangono a livelli inferiori nonostante il recente taglio del tasso BCE.

Durata e importo dei mutui richiesti

La durata dei mutui superiori ai 26 anni hanno costituito circa il 38% delle richieste nel terzo trimestre, in lieve aumento rispetto al 35% del secondo trimestre, superando le richieste per durate di 16-20 anni, ferme al 26%. L’importo medio richiesto è aumentato dell’1,6%, raggiungendo 146.469 euro, influenzato dall’andamento dei tassi.

Distribuzione geografica e demografica dei richiedenti

Le regioni del Nord Italia (Nord Est e Nord Ovest) hanno generato il 54% delle richieste sul canale online nel terzo trimestre, leggermente in aumento rispetto al 53% del trimestre precedente. La fascia di richiedenti con età inferiore ai 36 anni ha raggiunto il 29% del totale, in crescita rispetto al 27% del trimestre precedente, grazie anche alle misure della manovra economica. Il 66% dei richiedenti è di sesso maschile, mentre il 34% è di sesso femminile.

Situazione lavorativa e reddito dei richiedenti

L’89% delle nuove richieste proviene da dipendenti a tempo indeterminato, in lieve aumento rispetto al trimestre precedente. Il 48% dei richiedenti ha un reddito mensile netto superiore a 2.000 euro, il 34% tra 1.000 e 1.500 euro, e il 17% sotto i 1.000 euro.

Indicatore Trend
Richieste mutui acquisto (Q3 2024) 54% del totale
Richieste mutui surroga (Q3 2024) 40% del totale
Preferenza tasso fisso (Q3 2024) 99% delle richieste
Durata mutui >26 anni (Q3 2024) 38% delle richieste
Importo medio richiesto (Q3 2024) 146.469 euro
Richiedenti <36 anni (Q3 2024) 29% del totale
Richiedenti con reddito >2.000€ 48% del totale
Compravendite assistite da mutuo (Q2 2024) 41,4%

Secondo la Bussola Mutui CRIF, è il tasso fisso a spingere il canale online, grazie alla marcata differenza che ancora si regiatra tra indici IRS (tasso fisso) e indici Euribor (tasso variabile), con i primi che restano più convenienti nonostante gli ultimi tagli ai tassi decisi dalla BCE.

Per il prossimo anno è dunque prevedibile un andamento ancora simile a quello attuale, almeno per il primo semestre 2025.