Le criptovalute sono una particolare forma di investimento che, ancora oggi, non si basa su una regolamentata a fondo ed è esposta a numerosi rischi rilevanti, sebbene il mercato mondiale valga 3mila miliardi di dollari.
A tal fine arriva dalla FABI, nell’ambito del mese dell’educazione finanziaria, una vera e propria guida pratica che analizza in dettaglio funzionamento, potenzialità e rischi delle criptovalute, che non possono essere trattate con leggerezza con il miraggio di veloci guadagni: prima di investire bisogna essere consapevoli di quello a cui si va incontro, a partire dalla estrema volatilità per finire con la mancanza di protezione istituzionale.
Cosa sono le criptovalute
Le criptovalute sono rappresentazioni digitali di valore non emesse né garantite da un’autorità centrale, come una banca centrale o un governo. Questo significa che non hanno corso legale e non possono essere obbligatoriamente accettate come mezzo di pagamento. Operano su reti informatiche decentralizzate utilizzando la tecnologia blockchain, che registra le transazioni in modo immutabile e trasparente.
Criptovalute: ultimi trend e rischi da conoscere
Il mercato globale delle criptovalute ha raggiunto un valore di 3.000 miliardi di dollari, con il Bitcoin che rappresenta il 60% di questa cifra. In Italia, 1,35 milioni di persone detengono complessivamente 2,2 miliardi di euro in criptovalute, segnando un incremento del 64% rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, le criptovalute non sono riconosciute come moneta legale e non costituiscono strumenti di pagamento ufficiali, il che comporta significativi rischi per gli investitori, inclusi frequenti attacchi informatici e una protezione legale limitata in caso di truffe.
Il primo riguarda l’estrema volatilità delle criptovalute, che possono essere create da chiunque in ogni parte del mondo senza alcun collegamento con istituzioni e governi centrali. Come spiega la FABI:
chi acquista oggi 100 euro in criptovalute deve essere consapevole del fatto che quei 100 euro possono variare, significativamente, in rialzo, ma anche in ribasso, fino ad azzerarsi del tutto, anche nell’arco di una sola giornata.
Poi c’è il secondo rischio: le criptovalute non sono uno strumento di pagamento e, in caso di truffa, fallimento o cessazione di attività da parte delle piattaforme che le scambiano, non è possibile contare su una valida tutela legale e contrattuale, con il rischio di subire pesanti perdite economiche.
Infine ci sono i rischi di natura operativa che riguardano la sicurezza informatica, tanto che gli emittenti e le società che gestiscono le cripto-attività sono stati più volte oggetto di cyber attacchi (gli utenti hanno spesso perso il loro portafogli in criptovalute in modo definitivo). Come spiega il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni:
la rivoluzione digitale non deve lasciare nessuno indietro, ma deve essere accompagnata da regole eque e trasparenti.
Le istituzioni e le autorità di vigilanza a rafforzare il quadro normativo per garantire una maggiore sicurezza agli investitori. Allo stesso tempo, serve un maggiore impegno per diffondere l’educazione finanziaria, perché solo con consapevolezza e piena conoscenza possiamo gestire un fenomeno potenzialmente pericoloso in una opportunità.
Rischi associati alle criptovalute
Come anticipato sopra, investire in criptovalute principalmente tre rischi:
- volatilità dei prezzi: le criptovalute sono soggette a fluttuazioni di valore estremamente elevate in brevi periodi, il che può portare a significative perdite finanziarie;
- sicurezza informatica: le piattaforme di scambio e i portafogli digitali sono spesso bersaglio di attacchi informatici, che possono risultare nella perdita totale dei fondi detenuti;
- assenza di regolamentazione: la mancanza di un quadro normativo chiaro implica che, in caso di frode o fallimento di una piattaforma, gli investitori hanno scarse possibilità di recuperare i propri fondi.
Regolamentazione in Europa e in Italia
Per affrontare queste sfide, l’Unione Europea ha introdotto il Regolamento (UE) 2023/1114, noto come MiCA (Markets in Crypto-Assets), che stabilisce un quadro normativo armonizzato per l’emissione, l’offerta al pubblico e la prestazione di servizi relativi alle cripto-attività. Questo regolamento mira a proteggere gli investitori e garantire la stabilità finanziaria, imponendo requisiti specifici agli emittenti di cripto-attività e ai fornitori di servizi correlati.
In linea con il Regolamento MiCA, l’Italia ha emanato il Decreto Legislativo 5 settembre 2024, n. 129, che adegua la normativa nazionale alle disposizioni europee in materia di cripto-attività. Questo decreto designa le autorità di vigilanza competenti e stabilisce sanzioni per violazioni, rendendo operative le norme del MiCA nel contesto italiano.
Consigli per gli investitori
Prima di investire in criptovalute, secondo la guida FABI è fondamentale valutare la propria tolleranza al rischio: e considerare se si è disposti a sopportare potenziali perdite significative. Ancora prima, però, bisogna informarsi accuratamente per comprendere le caratteristiche specifiche delle cripto-attività e le piattaforme utilizzate.
Poi è utile diversificare gli investimenti evitando di concentrare tutti i fondi in un unico tipo di asset. Infine, bisogna proteggere le proprie credenziali assicurandosi che i dispositivi e le chiavi di accesso siano sicuri per prevenire accessi non autorizzati.
In ultima analisi, le criptovalute rappresentano una frontiera innovativa nel panorama finanziario, ma comportano rischi non da poco. L’introduzione di normative di settore mirano a fornire maggiore sicurezza e trasparenza, ma la prudenza individuale rimane il primo passo per un investimento potenzialmente redditizio nel lungo periodo.