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Truffe bancarie: le frodi digitali lasciano posto ai raggiri psicologici

di Anna Fabi

28 Ottobre 2024 13:15

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Correntisti truffati tramite frodi online, è boom di raggiri: per il rimborso alle vittime c'è lo Sportello online e l'Arbitro Bancario Finanziario.

Confconsumatori, impegnata nella protezione dei consumatori vittime di frodi bancarie, ha tracciato un bilancio delle truffe permeprate nel primo semestre 2024. L’associazione è riuscita anche a recuperare circa 50mila euro per i clienti di istituti bancari che, a causa di truffe online, si erano visti sottrarre ingenti somme dai conti correnti.

Grazie al servizio di assistenza digitale lanciato a inizio anno, i consumatori possono usufruire di supporto per la gestione delle controversie e, nei casi di mancata risoluzione immediata, possono fare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF): non a caso, su 19 ricorsi presentati, ben 17 si sono conclusi con una decisione favorevole al cliente.

Frodi bancarie: in aumento quelle psicologiche

Confconsumatori rileva un lieve calo nelle truffe online grazie all’innalzamento degli standard di sicurezza da parte delle banche e alle campagne di sensibilizzazione condotte dalle associazioni e da Banca d’Italia. Tuttavia, sono in aumento le truffe psicologiche, in cui i truffatori manipolano la vittima per spingerla a compiere azioni che facilitano la frode, come trasferimenti di interi risparmi direttamente dallo sportello bancario.

Questo fenomeno apre interrogativi sulla responsabilità delle banche, specie in casi sospetti come le frodi denominate “del dipendente infedele”, in cui i criminali sembrano essere in possesso di dati riservati della vittima, probabilmente a causa di un accesso illecito ai sistemi informatici bancari.

Rimborsi alle vittime, quando spettano

I procedimenti 2024 svolti di fronte all’Arbitro Bancario Finanziario, organo istituito da Banca d’Italia per risolvere le controversie tra clienti e banche senza ricorrere a tribunali, si sono rivelati particolarmente efficaci.

Confconsumatori ha riportato un alto tasso di successo: l’89% dei ricorsi è stato accolto con rimborsi anticipati dalle banche, che hanno preferito risarcire le vittime piuttosto che attendere la decisione formale dell’Abf.

Tuttavia, in due casi l’Arbitro ha dato ragione agli istituti, poiché il cliente aveva volontariamente condiviso i codici OTP (One-Time Password) o altri dati sensibili. È infatti importante ricordare che, se la truffa si verifica a causa della condivisione diretta delle credenziali di accesso, la banca non è tenuta a risarcire il danno, essendo stata rispettata la normativa di sicurezza.

Per le vittime di frodi digitali, Confconsumatori ha attivato uno Sportello online di assistenza, disponibile sul sito ufficiale, tramite il quale è possibile chiedere supporto e ricevere indicazioni per il recupero delle somme sottratte.