Anticipando l’inversione di politica monetaria della BCE, che da giugno ha finalmente effettuato il primo taglio dei tassi di interesse (dello 0,25%), già da inizio 2024 le banche italiane hanno iniziato a ridurre gli interessi applicati sui mutui.
L’impatto è visibile sia sui nuovi finanziamenti ipotecari sia sui mutui variabili in corso di rateazione. Di fatto, le rate si sono già abbassate e il mutuo è tornato ad essere più conveniente dell’affitto.
Prendendo ad esempio un immobile di 100 mq e comparando prezzo dell’affitto e mutuo trentennale al 70%, i costi del canone spesso risultano più elevati, come spesso accadeva negli anni scorsi.
Ovviamente le variabili in gioco sono tante e per preferire il mutuo alla locazione bisogna disporre di un capitale non indifferente (nell’esempio, un 30% di anticipo iniziale), ma la comparazione serve più che altro ad evidenziare come si veda finalmente l’uscita dal tunnel per quanto concerne i finanziamenti ipotecari, a tasso fisso ed anche variabile.
Ecco alcuni dati a campione rilevati tra Roma e Milano (per zone, dalle più costose alle più economiche) da Tecnocasa.
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