Eni vende il 10% di Saipem: come cambiano gli assetti

di Anna Fabi

12 Giugno 2024 08:20

Eni vende una quota significativa di Saipem: una mossa strategica per liberare risorse mantenendo il controllo pubblico sulla società energetica.

Eni cede una quota rilevante (il 10%) della sua partecipazione in Saipem, mettendo sul mercato 199 milioni di azioni della società specializzata in servizi ingegneristici e infrastrutturali per il settore energetico.

Questa mossa, realizzata attraverso un collocamento accelerato in Borsa, ha suscitato grande interesse tra gli investitori internazionali, tanto che l’offerta è stata coperta completamente in meno di un’ora.

Cessione quota Eni in Saipem

Sotto la guida di Claudio Descalzi, Eni ha avviato la vendita di 199.556.000 azioni ordinarie di Saipem. Il prezzo di vendita, atteso tra 1,98 e 2,065 euro per azione, sarà annunciato oggi, 12 giugno 2024. Martedì, le azioni Saipem hanno chiuso in Borsa a un valore all’interno di questo range.

Se il prezzo minimo sarà confermato, Eni potrebbe ottenere tra 395 e 412 milioni di euro, con uno sconto del 4,5% rispetto al valore di mercato.

Dettagli operazione Valore
Azioni vendute 199.556.000
Prezzo per azione 1,98 – 2,065 euro
Incasso previsto 395 – 412 milioni di euro
Sconto sul prezzo 4,5%

Partecipazioni di Eni e Cdp Equity

Prima della vendita, Eni deteneva il 31,2% di Saipem, di cui il 12,5% vincolato in un patto parasociale con Cdp Equity, che possiede l’11,8% delle azioni. Questo accordo permette a Eni di gestire liberamente il 18,7% del capitale di Saipem.

Con l’attuale vendita, la quota di Eni scenderà al 21,2%, e l’azienda ha promesso di non vendere ulteriori azioni per i prossimi 180 giorni.

Partecipazione Quota post vendita
Eni 21,2%
CdP Equity 11,8%
Totale gestione libera 8,7%

Strategia di Eni

La cessione è parte integrante di un piano più ampio per liberare risorse, come anticipato dai vertici di Eni.

Nonostante la riduzione della partecipazione, il controllo di Saipem rimarrà nelle mani pubbliche. Eni e Cassa Depositi Prestiti (CDP) manterranno rispettivamente il 21,19% e il 12,82% delle azioni, con il Ministero dell’Economia come socio di controllo di entrambe.

Collocamento tra investitori istituzionali

L’operazione di collocamento è rivolta principalmente agli investitori istituzionali ed è gestita da un consorzio di banche, tra cui Citigroup, Goldman Sachs International, Intesa Sanpaolo, Natixis e UniCredit.

Eni si è impegnata a non vendere ulteriori azioni di Saipem per un periodo di 180 giorni, salvo eccezioni concordate con i coordinatori.

Eni intende ottimizzare le proprie risorse finanziarie mantenendo comunque una posizione di controllo in Saipem, un asset strategico per il settore energetico italiano.

Cessione quota MEF in Eni

Queste operazioni riflettono l’andamento e le dinamiche delle grandi partecipazioni statali, cruciali per l’economia del paese.

Solo un mese fa, a tal proposito, il Ministero dell’Economia ha venduto il 2,8% proprio di Eni, incassando 1,4 miliardi di euro. Importante comunque sottolineare che, nonostante queste vendite, il controllo statale su Eni rimane saldo.

L’operazione, lo ricordiamo, fa parte di un piano di dismissione del governo, mirato a generare risorse per la prossima Legge di Bilancio 2025.