Le truffe online mirate a prosciugare i conti correnti dei risparmiatori sono all’ordine del giorno, episodi molto frequenti che spesso vedono le vittime farsi negare il risarcimento da parte dell’istituto di credito.
Per ottenere giustizia si può tuttavia ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF).
La vittima di una truffa online, ad esempio tramite smishing e vishing, in cui un falso operatore della propria banca invita a spostare denaro dal conto personale a un altro per motivi di sicurezza, deve per prima cosa sporgere denuncia.
Per ottenere il rimborso del credito da parte della banca, bisogna poi fare ricorso all’ABF. La banca, anche solo in via conciliativa, in questi casi è più propensa a risarcire buona parte del credito perso.
=> Un Arbitro Bancario Finanziario per le controversie: come funziona
La normativa di riferimenti è il dlgs 11/2010, modificato dal dlgs 218/2017 in recepimento della direttiva UE 2015/2366 – la ben nota PSD (Payment Services Directive) – in coordinamento con l Regolamento UE 2018/389.
Ai sensi di legge, l’intermediario finanziario (la banca) è ritenuto responsabile per le operazioni disconosciute nel caso in cui non abbia predisposto un sistema di autenticazione forte (Strong Customer Authentication – SCA).
Non solo: deve anche accorgersi dei movimenti anomali sul conto e comunicarli al correntista.
Pertanto, se la banca non è in grado di dimostrare la propria piena e completa diligenza, al cliente truffato spetta il pieno risarcimento (cfr.: Nota ABF 8019/2023).