I rendimenti dei fondi pensione sono tornati ad essere superiori a quelli del TFR ed anche sul lungo periodo risultano convenienti rispetto al trattamento di fine rapporto. Lo rileva l’ultimo rapporto COVIP sulla previdenza complementare.
La Commissione di vigilanza restituisce una fotografia del comparto Previdenza Complementare, da cui emerge una ripresa significativa dopo la parentesi degli anni Covid, a partire dagli iscritti (+4%) per finire con le risorse destinate alle prestazioni (+8,2%).
Fondi Pensione: rendimenti superiori al TFR
I PIP (Piani Individuali Pensionistici) nell’ultimo anno si sono rivalutati dell’8,3%, i fondi aperti del 7,9%, i negoziali del 6,7%. L’incremento è in tutti i casi considerevolmente superiore a quello del TFR, che si è apprezzato dell’1,6%.
- A fare la differenza sono stati i fondi a maggior esposizione azionaria, con rendimenti in media pari al 10% nei fondi negoziali, all’11,3% nei fondi aperti e all’11,4% nei PIP.
- Nelle linee bilanciate i risultati sono in media pari al 6,9% nei fondi negoziali, all’8,3% nei fondi aperti e al 7,1% nei PIP. Più contenuti i rendimenti dei comparti obbligazionari e garantiti.
=> Fondi Pensione: aumentano i rendimenti
Rendimenti migliori nel lungo periodo
Analizzando i dati sul medio lungo periodo, a 3 e 5 anni risulta più conveniente il TFR, con l’unica eccezione del rendimento generale dei PIP a tre anni. Sui 10 anni, invece, vanno meglio i fondi pensione, che seppur leggermente superano il rendimento del trattamento di fine rapporto.
Anche in questo caso, l’andamento migliore è quello dei fondi azionari che sui 10 anni in tutte le diverse forme di gestione di fatto hanno un rendimento doppio rispetto al TFR, con la forbice che inizia ad allargarsi fra i 3 e i 5 anni.
In tabella i dati:
Fondi Pensione: iscritti e risorse
Le posizioni in essere a fine dicembre erano 10,7 milioni (+4% su base annua) mentre il totale degli iscritti ha raggiunto quota 9,610 milioni (incremento del 4%). Fra i fondi negoziali, gli incrementi maggiori si registrano nel settore edile con +87mila 700 posizioni, nel fondo del pubblico impiego con +37.600 posizioni e nel commercio, turismo e servizi con +15.700 posizioni.
Le risorse destinate alle prestazioni totalizzano 222,6 miliardi di euro, in crescita dell’8,2% soprattutto grazie all’andamento dei titoli in portafoglio, l’attivo netto è aumentato dell’11,1% (67,9 miliardi di euro), l’ammontare dei contributi incassati è cresciuto del 5,7%, pari a 14,7 miliardi di euro.