Il mercato del credito alle famiglie si caratterizza per una diffusa prudenza, sia per la tendenza a ridimensionare i progetti di spesa sia a causa di una maggiore attenzione ai criteri di accesso considerando inflazione e aumento dei tassi di interesse da parte della BCE.
Secondo i dati emersi nella 55esima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, in particolare, i flussi di credito al consumo stanno arrestando la loro crescita, fatta eccezione per i finanziamenti finalizzati all’acquisto di autoveicoli e motocicli erogati ai privati presso i concessionari.
Il trend è negativo per tutte le tipologie di credito non finalizzato, sia in termini di flussi finanziati sia di importi medi erogati. Non va bene anche per le rateizzazioni via carta di credito, nonostante l’andamento positivo della funzione installment.
Per quanto riguarda i mutui immobiliari erogati alle famiglie, invece, il valore complessivo nei primi 9 mesi dell’anno è in netta contrazione soprattutto per l’acquisto di abitazioni, confermando il legame tra credito e andamento delle compravendite immobiliari residenziali.
La rischiosità del credito al consumo è abbastanza stabile, con il tasso di default del credito alle famiglie che rimane lievemente sopra i minimi storici del 2022.
Guardando al futuro e al biennio 2024-2025 in particolare, il report sottolinea come i flussi di mutui per acquisto abitazioni siano destinati a crescere dal 2024, sostenuti anche dalla componente green.
Il rallentamento atteso del ciclo economico, la maggior incidenza degli oneri finanziari sui redditi delle famiglie e il venir meno delle misure di mitigazione introdotte dall’inizio della pandemia porteranno a un peggioramento della qualità del credito fin dai prossimi trimestri, più evidente per quelle famiglie che hanno stipulato finanziamenti a tasso variabile e a minor reddito, che tuttavia sono una quota esigua sulla popolazione.