Come noto, lo scorso ottobre la Banca centrale europea (BCE) ha messo fine alla sequenza di incrementi consecutivi dei tassi, iniziati nel luglio 2022. Gli occhi sono ora puntati sulla prossima riunione del Consiglio Direttivo, prevista per il 14 dicembre, durante la quale potrebbe essere annunciata una riduzione dei tassi di interesse.
Vediamo cosa aspettarsi in base ai dati macro-economici, alle stime degli analisti e alle anticipazioni.
Inflazione in calo: quale impatto sulle prossime mosse BCE?
L’inflazione nell’Eurozona a novembre si è attestata al 2,4%, il livello più basso da luglio 2021. Gli obiettivi della BCE prevedono un’ inflazione del 2%, e sembra dunque che ci si stia avvicinando finalmente a questo target.
Secondo François Villeroy de Galhau, governatore della Banca centrale francese, la BCE potrebbe a questo punto essere la prima banca centrale a tagliare i tassi. Ma è ancora presto per dirlo, anche in considerazione delle ultime dichiarazioni rilasciate da Christine Lagarde.
Le anticipazioni di Christine Lagarde
La presidente della BCE si è recentemente espressa in merito ai prossimi step usando parole di estrema cautela.
Lagarde ha infatti evidenziato il rischio di un’ulteriore impennata dell’inflazione dovuto al graduale esaurimento degli aiuti contro il caro prezzi e l’aumento dei costi dell’energia.
Ha inoltre precisato che non si prevedono tagli di tassi da parte della BCE prima dei prossimi due trimestri. Significa che si rimanda tutto a 2024 inoltrato.
Le previsioni degli esperti
Goldman Sachs prevede un taglio dei tassi da parte della BCE nel secondo trimestre del 2024. Gli investitori sembrano invece propensi a puntare su un taglio dei tassi più ravvicinato, con una probabilità stimata al 75%, in aumento rispetto al 40% della settimana precedente.
Tuttavia, gli analisti non sono d’accordo. Ad esempio, per Innes McFee, capo economista di Oxford Economics, una mossa anticipata potrebbe rappresentare un errore di politica monetaria.
Impatto dei tassi di su consumatori e imprese
L’aumento dei tassi di interesse, come ormai noto, influisce negativamente su fiducia e consumi, aumentando anche le rate dei mutui a tasso variabile e causa di interessi maggiori sui finanziamenti ipotecari, così come del resto avviene anche per i prestiti alle famiglie e alle imprese, sempre più costosi.
Questo incremento dei costi si sta riflettendo drammaticamente anche su produzione industriale e investimenti delle aziende. Inoltre, è ormai prassi comune che i maggiori costi vengano scaricati sui consumatori finali, con un aumento dei prezzi dei beni di consumo.
Una diminuzione dei tassi, al contrario, favorirebbe l’espansione economica a tutti i livelli. Per vedere la luce alla fine del tunnel si dovrà probabilmente attendere la primavera del 2024.
E per quanto riguarda gli esiti della riunione BCE del 14 dicembre, la scelta più probabile del consiglio direttivo cadrà su un ulteriore mantenimento degli attuali, già molto alti in realtà.