I risparmiatori si ritengono finanziariamente poco preparati nel prendere in autonomia decisioni di investimento, soprattutto giovani e donne (Millennials e generazione Y preferiscono azioni e criptovalute, le donne scelgono prodotti a basso rischio), mentre le nuove agevolazioni ai fini ISEE inserite in Manovra 2024 rendono appetibili i titoli di Stato.
Sono le principali evidenze della ricerca condotta dalla digital market research agency Toluna sul portafoglio di investimenti degli italiani.
Gap di cultura finanziaria tra risparmiatori
Sulla totalità dei risparmiatori, solo il 19% si ritiene molto preparato dal punto di vista finanziario, il 57% pensa di essere abbastanza competente, mentre oltre un quarto degli intervistati nell’ambito della survey ne capisce poco o niente. Il 43% inizia a investire senza una conoscenza approfondita in materia, di conseguenza si affida a intermediari.
=> Come creare un piano di risparmio a breve, medio o lungo termine
Giovani fra criptovalute e conti deposito
Fra gli esponenti delle generazioni X e Y (i nati dopo il 1980) la mancanza di preparazione è avvertita nel 43% dei casi, per cui si preferisce puntare verso prodotti più conosciuti come azioni (26%) e criptovalute (24%), anche se più rischiosi.
I Millennials (nati negli anni ’80 e ’90) guardano con interesse anche a soluzioni di medio-lungo periodo, come conti deposito (22%), polizze assicurative (21%) e fondi pensione integrativi (18%).
Donne meno propense al rischio
Per quanto riguarda le donne, solo il 14% si ritiene molto preparato in materia (contro il 23% degli uomini) e il 50% ha avviato investimenti senza conoscenze pregresse (vs 38% uomini). Tra le più giovani, invece, il 18% non ha mai investito e non intende farlo in futuro, dato di dieci punti percentuali superiore al corrispettivo maschile.
Le scelte di investimento femminili tendenzialmente si concentrano su una minor propensione al rischio e su un maggior ricorso a professionisti del settore: il 28% delle investitrici si rivolge a un consulente, contro il 17% degli uomini.
Come migliorare la preparazione finanziaria?
Secondo l’indagine, ci vogliono iniziative del governo (72% investitori over 25 e 67% non-investitori Gen Z e Millennials), con agevolazioni fiscali e regolamentazioni per una maggiore trasparenza e protezione degli investitori. Considerate potenzialmente utili anche le campagne informative caratterizzate da un linguaggio più comprensibile (50% e 41%) e attività di formazione in scuole e università (49% e 46%). Più aperti a iniziative dei media (38%) e ai canali digitali (35%) risultano essere gli appartenenti alla Gen Z e i Millennials.
Rialzo dei tassi e scelte di risparmio
Emblematico del gap di cultura finanziaria, il rialzo dei tassi BCE, vissuto come un rischio dal 44% dei risparmiatori, contro il 32% che lo valuta come un’opportunità. La maggioranza dei risparmiatori in base a queste percezioni ha variato la composizione dei propri investimenti e il 43% ne ha intenzione.
La dicotomia fra rischio e opportunità provoca scelte conseguenti:
- alcuni hanno puntato sui titoli di stato 75%, conti deposito 56% o prodotti con rendimenti più alti e rischio basso
- altri sull’obbligazionario (55%), mercato complesso in cui è importante valutare con attenzione il prodotto acquistato (dipende dall’emittente).
- un 63% sulle criptovalute, che tendenzialmente sono prodotti più speculativi.
Chi ha investimenti azionari, nel 44% dei casi li ha aumentati o avviati, nel 21% li ha ridotti.
Incentivi in Manovra e sostenibilità
L’indagine ha infine approfondito altri due aspetti: l’esclusione dei titoli di Stato (fino a 50mila euro) dall’ISEE e i fondi ESG.
Quasi due investitori su tre hanno sentito parlare della novità in Manovra 2024 sui titoli d’investimento coperti da garanzia di Stato esclusi dal calcolo ISEE. Se dovesse essere confermata, il 74% sicuramente o probabilmente vi investirà. Quattro su dieci sarebbero pronti a modificare il portafoglio attuale diminuendo azioni (58%), fondi comuni (55%) e conti deposito (50%).
I fondi ESG al momento sono noti solo al 26% degli investitori, quindi poco utilizzati (9%), ma riscuotono interesse: il 46% dei risparmiatori ha intenzione sicuramente o probabilmente di investire in questi strumenti. L’appeal è determinato soprattutto dalla sostenibilità, senza però sottovalutare le prospettive di redditività.