Secondo l’approfondimento condotto dall’ABI, sulla base dei dati pubblicati dalla Banca d’Italia, i prestiti alle imprese sono calati del -3,4% a livello nazionale, mentre a crescere sono i finanziamenti concessi alle famiglie.
Nè mancano le disparità a livello territoriale.
Meno prestiti alle imprese
Focalizzando l’attenzione sui prestiti alle imprese, il calo è maggiormente evidente nel Nord-Ovest (-1,3%), nel Nord-Est (-2,2%) e soprattutto nel Centro Italia (-5,0%).
I finanziamenti sono cresciuti in Molise (+1,4%), Campania (+1,1%), Puglia (+0,4%), Sardegna (+0,4%) e Basilicata (+0,3%), mentre le riduzioni più elevate si sono avute in Valle d’Aosta (-8,5%), Lazio (-6,0%), Friuli-Venezia Giulia (-5,7%), Provincia autonoma di Trento (-5,1%).
Più credito ai privati
Per quanto riguarda i finanziamenti alle famiglie, invece, a livello nazionale sono cresciuti su base annua a giugno 2023 dell’1%.
I tassi di crescita maggiori hanno riguardato Puglia (+2,5%) e Campania (+2,1%), mentre lievi cali hanno coinvolto la Provincia di Trento (-1,0%), le Marche (-0,8%), la Valle d’Aosta (-0,5%) e la Liguria (-0,4%).
Sofferenze a tutti i livelli
Analizzando la qualità del credito, nel secondo trimestre del 2023 a livello nazionale si sono registrate riduzioni delle sofferenze e delle inadempienze probabili rispetto al trimestre precedente, sebbene ad aumentare siano stati i prestiti scaduti o sconfinanti.
Rispetto al totale dei crediti in sofferenza, 14,4 miliardi di euro riguardano i finanziamenti alle imprese, 2,6 miliardi i mutui ipotecari delle famiglie e 1,2 miliardi il credito al consumo concesso ai privati.
Il rapporto sofferenze/impieghi è maggiore al Su (2,2%) rispetto alla media nazionale (1,2%), seguito da Centro (1%) e Nord (0,9%): i valori più elevati si registrano in Calabria (2,4%), Sicilia e Sardegna (2,3%); il livello più basso (0,6%) in Trentino-Alto Adige.
Per quanto riguarda le imprese, il rapporto medio in Italia è pari al 2%, con picchi del 3,4% al Sud.