I primi sei mesi del 2023 hanno visto un’esplosione dei rendimenti dei fondi pensione, grazie alla buona performance dei mercati azionari in tutto il mondo. Questo trend ha avuto un impatto significativo sui rendimenti a 10 anni, nonostante il lieve rallentamento dell’inflazione abbia ridimensionato il rendimento del TFR.
È sorprendente come un periodo di soli sei mesi abbia potuto aumentare il rendimento medio decennale in modo così significativo. I fondi pensione azionari sono i veri vincitori, seguiti da quelli con un mix di azioni come i bilanciati e gli obbligazionari misti.
Fondi Pensione: i rendimenti del primo semestre 2023
Secondo uno studio della COVIP, i rendimenti dei fondi aperti azionari sono aumentati del 0,5%, passando da un rendimento medio annuo del 4,9% a uno del 5,4%.
Anche i PIP assicurativi azionari hanno registrato un aumento simile, passando dal 4,7% al 5,2%. Al seguire troviamo i fondi bilanciati, che hanno registrato una crescita di 0,3 punti percentuali per i fondi aperti e per i PIP.
Nei dieci anni più sei mesi, i negoziali hanno recuperato 0,2 punti percentuali, passando dal 2,2% al 2,4%. Per i garantiti e gli obbligazionari puri, invece, la situazione è rimasta quasi immutata.
Borse e Fondi Pensione: stime a breve termine
Le Borse sono le grandi vincitrici del primo semestre 2023 ma gli azionari e i bilanciati non perderanno quota.
I fondi pensione possono ancora guidare le scelte dei piccoli investitori attraverso una selezione attenta delle linee di investimento e una scelta oculata dei gestori professionali. Il punto chiave è poter scegliere il proprio profilo di investimento per valutare bene il rischio finanziario.
I trend sulla raccolta
Le rilevazioni di Assogestioni del secondo trimestre 2023 rilevano nel frattempo un trend negativo per quanto rigurda la raccolta: -12 miliardi di euro da aprile a giugno, soprattutto a causa delle gestioni negative di portafoglio (nella misura di 9,45 miliardi di euro).
Di contro, cresce il patrimonio gestito, che a fine giugno segnava 2.277 miliardi euro rispetto ai 2.257 miliardi di fine marzo e ai 2.210 miliardi di fine 2022.
Un risultato dovuto essenzialmente all’effetto mercato positivo, che secondo l’Ufficio Studi Assogestioni ha segnato una crescita dell’1,5% nel secondo trimestre.