Non si arresta la crescita dell’importo medio dei mutui immobiliari, tanto da raggiungere una cifra record che supera i 145mila euro. Lo sottolinea CRIF, evidenziando di contro come invece, nei primi tre mesi del 2023, le richieste di istruttoria per mutui avanzate dalle famiglie italiane siano diminuite del 23,8% rispetto al 2022.
Analizzando le varie fasce di importo delle richieste di mutuo, nel primo trimestre dell’anno in corso i mutui compresi tra 100.000 e 150.000 euro si confermano la soluzione preferita dagli italiani.
Gli italiani che richiedono maggiormente un mutuo si collocano nella categoria degli under 44 (il 61,5% del totale) – a cui segue quella 45-54 anni che rappresenta quasi una richiesta su 4 – e prediligono piani di rimborso dilazionati e accendono finanziamenti di importo inferiore a 300.000 euro.
In base alla durata, inoltre, la classe maggiormente richiesta è quella da 25–30 anni (il 36,9% del totale), mentre oltre 8 richieste su 10 si basano su piani di rimborso superiori ai 15 anni.
Dietro queste cifre si cela l’aumento del costo della vita, che mette a dura prova i risparmi delle famiglie.
Secondo l’ultimo Osservatorio Nomisma, infatti, il 13% di queste ultime pensa di aver un reddito insufficiente per fronteggiare le spese primarie, tra cui la casa.
A questo gruppo di famiglie – spiega Simone Capecchi, Executive Director di CRIF – si aggiunge chi (il 43% delle famiglie intervistate) valuta la propria condizione reddituale per i prossimi mesi alquanto incerta.
Considerando il quadro macroeconomico incerto, si prevede un 2023 caratterizzato da un trend che potrebbe crescere per quanto riguarda i tassi di default bancari.
A questo quadro si aggiunge la tendenza alla contrazione delle surroghe, ancor più in calo dei nuovi mutui (Fonte: il Sistema di Informazioni Creditizie EURISC).