La Banca centrale europea (BCE) sta irrigidendo la sua politica monetaria e Goldman Sachs suggerisce di alleggerire la posizione sui BTP italiani e preferire i titoli di stato spagnoli. In un report sui rendimenti dei debiti inviato ai propri clienti, gli analisti prevedono infatti uno scenario incerto e un aumento dello spread tra Btp e Bund. Da qui, la scelta dei Bonos.
Analizziamo lo scenario per valutare meglio il suggerimento finanziario.
Previsioni sullo spread BTP-Bund
Secondo Goldman Sachs, lo spread tra BTP e Bund potrebbe salire a 235 punti base entro la fine dell’anno. I titoli italiani saranno messi sotto pressione dall’accelerazione del quantitative tightening a giugno e dagli ulteriori rialzi dei tassi da parte della BCE.
La Banca Centrale Europea potrebbe infatti aumentare la stretta monetaria nei prossimi mesi, più probabilmente da giugno, dopo un nuovo mini-rialzo atteso a maggio. Le stime indicano un possibile costo del denaro intorno al 4% entro l’estate.
Gli analisti sottolineano anche l’incertezza sull’attuazione del PNRR in Italia, che potrebbe iniziare a pesare sulle aspettative di crescita a livello nazionale. Anche per questo motivo, prevedono un aumento dello spread tra Btp decennali e Bund tedesco.
Gli analisti prevedono pertanto un aumento del premio al rischio più accentuato in Italia rispetto alla Spagna. Di conseguenza, si aspettano che gli operatori di mercato vendano i BTP allo scoperto, prendendo a prestito i titoli per venderli sul mercato e ricomprarli poi ad un prezzo più basso.
In ultima analisi, gli esperti Goldman Sachs consigliano di non orientarsi sui BTP a 10 anni ma di preferire i Bonos spagnoli.
Scommessa sui Bonos spagnoli
Alla luce delle prospettive sopra tracciate, Goldman Sachs suggerisce di scommettere al ribasso contro i BTP e di puntare sui Bonos spagnoli dal mese prossimo, grazie alle migliori prospettive di crescita e ai progressi rispetto agli obiettivi di finanziamento del deficit pubblico.
Certo, si tratta sempre di stime e come tali da considerare con grande prudenza alla luce degli attuali scenari geopolitici internazionali, che possono mutare rapidamente e radicalmente.
Vero è che per il perdurare della guerra tra Russia e Ucraina – che ha sconvolto i mercati dell’energia e delle materie prime – e lo stallo di ogni qualsiasi forma di trattativa tende ad aumentare l’incertezza ed influenzare le decisioni delle banche centrali sui tassi per contenere l’inflazione, che rimane alta (soprattutto quella di fondo) nonostante il recente rallentamento.